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L'ABBIAMO FATTA BELLA

Biblioteca e archivio a Chieri tra fine '900 e inizio 2000: progetti esperienze, documenti, immagini.

A cura di Maria Francesca Garnero e Luciano Genta. Pagg 160 con illustrazioni a colori e in bianco nero.

Euro 15,00

Come una piccola biblioteca in un comune di provincia, Chieri, nata oltre un secolo fa dall'iniziativa privata di Nicolò e Paola Francone, sia diventata un servizio pubblico e un centro di cultura. 

Questo libro racconta i cambiamenti e le attività della biblioteca e dell'archivio storico di Chieri nel loro passaggio dalla vecchia sede del 1888 presso il Municipio, all'ex  fabbrica Gaidano alla nuova collocazione nell'ex cotonificio Tabasso, trasformato dal progetto dell'architetto Franchini - collega di Renzo Piano e Richard Rogers al Bouburg di Parigi – in polo culturale nel 2004.

Il lavoro di un gruppo di appassionati ed esperti che, consapevoli dei propri limiti, hanno contribuito ad adeguare la biblioteca ai tempi, studiando, copiando chi aveva già fatto prima e meglio.

In trent'anni di incontri e dibattiti numerosi sono stati gli ospiti della Biblioteca Francone: da Mario Rigoni Stern a Primo Levi da Cesare Zavattini a Nuto Revelli, da Norberto Bobbio a Gustavo Zagrebelsky.

Maria Francesca Garnero, nata a ababababababa   abababab abababab ababababa ababababa abababa ababa abababab aababab

Luciano Genta, nato a Chieri abababa ababa abababab ababab abbabababa bababab ababab abbabba abbba  abbabbabbabba babab abba babbba abbabba babbabba

MATITE SBRICIOLATE

I militari italiani nei lager nazisti: un testimone, un album, una storia comune.

Antonella Bartolo Colaleo, prefazione di Enrica Tedeschi.

Pag 378 con illustrazioni a colori e in bianco nero.

Euro 18,00

Furono 650 mila i militari italiani che dopo l’8 settembre 1943 dissero di no al Mussolini di Salò e a Hitler per restare fedeli alla loro Patria: per questo furono internati nei campidi prigionia tedeschi e lì furono da quasi tutti dimenticati. Quelli che sopravvissero, quando nell’aprile 1945 cadde il nazismo e finì la guerra, tornarono in Italia e i più si rinchiuseroin se stessi, cercando di dimenticare. Passò quasi mezzo secolo prima che le ricerche degli storici e alcune testimonianze dirette facessero luce sui sacrifici, i meriti, la resistenza di quei soldati e ad essi venissero finalmente riconosciuti onore e gratitudine. Questa è la storia di uno di loro. Una lettura che fa buona Memoria.

Antonella Bartolo, nata a Bari, vive a Chieri (To) dal 1975. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Torino, ha lavorato come free lance in alcune testate giornalistiche piemontesi. E’ stata responsabile della Comunicazione in una azienda privata leader nel settore dell’energia.

BERNARDO VITTONE

Un architetto nel Piemonte del '700

Fotografie Cesare Matta ricerca e testi Antonio Mignozzetti, Prefazione di Paolo Portoghesi.

Pag 366 con illustrazioni in bianco nero.

Euro 25,00

Bernardo Vittone (Torino 1704 - 1770) è stato sicuramente tra i più originali architetti del tardo barocco ed esponente di primo piano dell'architettura sabauda e realizzò, secondo criteri di leggerezza di gusto rococò, una sintesi originale delle lezioni di G. Guarini e di F. Iuvarra.

Fu autore di edifici sacri e di servizio, ma è noto soprattutto per le sue celebri chiese, in particolare quelle a pianta centrale, dove sviluppa i diversi elementi strutturali in forme e funzioni del tutto nuove.

Le sorgenti di luce nascoste sono un simbolo della sua architettura.

Sono moltissime le località piemontesi, che hanno visto arricchire il loro patrimonio artistico da un’opera di questo poliedrico architetto. Questo volume a cura di Antonio Mignozzetti (ricerca e testi) e Cesare Matta (fotografie), documenta tutte le opere da lui realizzate nelle diverse città piemontesi con una prefazione del Prof. Paolo Portoghesi, architetto, saggista, teorico dell'architettura docente universitario, tra i più importanti studiosi del Vittone.

Cesare Matta è fotografo professionista e documentarista dal 1982. Oltre all’attività di fotografia pubblicitaria e industriale ha realizzato reportage e filmati sia in campo sociale che artistico. Ha collaborato con case editrici, testate giornalistiche e televisive italiane. Con lo studio Gaidano&Matta, di cui è titolare, ha curato, pubblicato e realizzato numerosi libri e documentari.

Antonio Mignozzetti, È nato in provincia di Perugia nel 1940. Ha insegnato per dieci anni Lettere e Religione nella Scuola Media e in seguito lavorato con ruoli dirigenziali in un importante gruppo petrolifero nazionale. Vive in Piemonte dal 1976 e a Chieri dal 1982. Interessato alla ricerca storica, ha pubblicato numerosi libri tra i quali: “Chieri, città dei cento piloni” (2009, Ediz. Corriere); “Chieri, luglio 1797. Cronaca di una rivolta” Edizioni MILLE); “Il Duomo di Chieri. Note storico-religiose” (2012, Edizioni MILLE);

VERDI COLLINE DI CHIERI

Da Torino al Monferrato occhi aperti sul paesaggio

Giovanni Donato

Pag 214 con illustrazioni a colori.

Euro 24,50

Il filo conduttore di questo libro è il concetto estensivo di paesaggio, all'insegna del nesso inscindibile natura-cultura, purtroppo separate a viva forza nella recente storia italiana.

Il paesaggio è lo specchio di una civiltà, dei suoi slanci, delle sue fatiche e meschinità, eventualmente dei suoi errori e orrori.

Il paesaggio per sua natura è continuamente mutevole. Non è la mutevolezza che deve preoccupare, ma la rapidità oggi quasi incredibile - e incontrollabile - delle trasformazioni.

Un paesaggio, come ben sa il viaggiatore curioso, è fatto di monumenti, case, facce di persone, animali piante, odori e rumori.

Il libro invita a istituire relazioni, aprire crediti, allargare gli orizzonti, formulare dei bilanci. Ricercare e leggere il paesaggio: quello interiore, sulla scorta della nostra cultura e sensibilità, e quello attorno a noi, senza grandi spostamenti, dietro l'angolo.

Semplicemente rileggere per conoscere il territorio che ci ospita.

Giovanni Donato è originario di Saluggia (VC) e cittadino chierese dal 1982. Storico dell'arte medievista ha insegnato a lungo le materie nei licei statali. Ha lavorato per la Fondazione Torino Musei e presso la Soprintendenza per i Beni Storici, artistici ed etnoantropologici del Piemonte. Studioso del medioevo e del rinascimento piemontese ha prodotto diverse pubblicazioni su temi di scultura, architettura e arti applicate, con particolare riferimento alla civiltà della terracotta.

CHIERI MEDIEVALE

Dall'età longobarda al comune

Corrado Terranova

Pag 180 con illustrazioni a colori.

Euro 15,00

Che cosa conosciamo della Chieri Medievale? Come distinguere i fatti documentati dalle leggende tramandate ? E come districarsi tra le interpretazioni dei documenti, a volte soggettivamente arbitrarie, sempre oggettivamente condizionate dal loro tempo e dunque sempre da ridiscutere ?

Corrado Terranova ripercorre qui con rigorosa chiarezza e precisione la storia della città tra il V e i XIII secolo, vaglia le fonti e soppesa le letture che ne sono state date, ne ricava un racconto nel contempo scrupoloso ed affabile. Dal declino della Chieri romana alle testimonianze della presenza longobarda fino al quadro della società comunale con artigiani, mercanti, banchieri, questo libro interessa l'appassionato di storia locale  così come chi poco conosce il passato della città. Un libro che si può utilmente usare a scuola trasmettendo informazioni e stimoloi ai giovani, perchè conoscendo "da dove veniamo" decidano consapevolmente "dove vogliono andare": dipende infatti da loro se e come la città saprà mantenere viva e valorizzare la memoria e l'eredità del suo passato.

Corrado Terranova (Messina 1955) si è laureato in Storia Medievale presso l'Università di Torino. Insegna Lettere all'Istituto Vittone di Chieri.

OLTRE L'ETERNITA'

Chernobyl fra immagini e riflessioni

Massimo Matta

introduzione di Massimo Bonfatti

Pag 262 con illustrazioni in bianco nero.

Euro 15,00

Chernobyl non è solo il nome di un evento tragico, ma una maledizione per l'intera umanità. Gli effetti del fallout del 26 aprile 1986 permerranno per migliaia di anni oltre ogni possibile immaginazione umana... oltre l'eternità. Chernobyl è stato ed è un monito che, putroppo, è rimanto inascoltato: Fukushima ce lo ricorda. Ma siamo ancora in tempo per fare un passo indietro dalla follia nucleare. Le riflessioni nell'introduzione di Massimo Bonfatti e le immagini Massimo Matta sono un contributo prezioso per aiutarci ad immaginare quell'orizzonte umano che Chernobyl ha spezzato.

Massimo Matta (Chieri 1972) giornalista pubbicista si occupa di fotografia prevalentemente in campo sportivo. Ha documentato i barrios di Barcellona, la situazione delle popolazioni in Ecuador, Madaghascar e Galapagos.

LA DIS-EDUCAZIONE ARTISTICA 

Giorgio Parena

Pag 164 con illustrazioni a colori.

Euro 12,00

Qui si rovescia il vecchio proverbio “Impara l’arte e mettila da parte”. Attraverso la sua esperienza - rievocando ricordi, incontri, scoperte dall’infanzia alla maturità - Giorgio Parena ci spiega con ordine e chiarezza che è invece necessario disimparare e accantonare quel che abbiamo assorbito spesso in forma di stereotipi e luoghi comuni sui banchi di scuola.  È più fertile formare il gusto e acquisire uno stile e una tecnica confrontandosi con i maestri, osservando le loro opere. Così, di epoca in epoca, senza farsi imbrigliare da correnti e tendenze, senza reverenze per sperimentazioni e avanguardie e tanto meno per militanze ideologiche, ognuno può compiere la sua rieducazione artistica, con lo studio e l’esercizio. Una lettura utile per chi ama visitare musei e mostre avendo per guida solo lo sguardo e l’intelletto.

Un libro speculare per chi l’arte già la pratica, anche solo per diletto. Come quei “pittori della domenica” cantati da Paolo Conte: “Eccoli lì, con gli occhi attenti,/ a radunar di sé/ mille frammenti”.

Giorgio Parena (Mombello di Torino, 1948) ha insegnato Lettere nelle scuole superiori ed è stato preside in licei artistici ed istituti tecnici, dal 1983 al Vittone di Chieri. Negli anni ’70 e ’80 ha partecipato al Movimento di Cooperazione Educativa per la riforma organica di una scuola a tempo pieno. Ha studiato i problemi semiologici e pedagogici della comunicazione, pubblicando, tra gli altri, i saggi Lingua e Comunicazione nella scuola, Milano Editore,  1975, e Per una didattica dell'apprendimento linguistico nella scuola media superiore, La linea Editrice, 1977. Sul rapporto tra arte e comunicazione ha pubblicato due quaderni: Riflessioni sull'arte 1 e 2, Parena Pietro Editore, 1999 - 2005.  Si dedica alla pittura, all’incisione, allo studio della storia e della critica artistica, esponendo le proprie opere in mostre personali e collettive.

PITTORI CHIERESI NEGLI ANNI '50

Valerio Maggio

Pag XXX con illustrazioni a colori.

Euro 12,00

Questo catalogo nasce dalla mostra organizzata, nel 2006 presso il salone espositivo di San Domenico a Chieri, per ricordare gli artisti locali che dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli anni settanta hanno operato ritraendo una società in veloce mutazione, che hanno riportato sulle loro tele tutte le inquietudini, le angosce, le paure, il disagio di un incolmabile adeguamento tra l’uomo e i mezzi da lui , che hanno ritratto la loro città, e il paesaggio locale, con un linguaggio del tutto personale, misterioso e affascinante, che con i loro tratti cromatici e stesure di colore hanno realizzato un’immaggine di Chieri dove immergersi.

Riportiamo in questo catalogo le opere di “borghesi” che diventano pittori una volta alla settimana quando smettono di essere imprenditori,artigiani, professionisti.

Però non possiamo definirli pittori del “tempo libero” perchè sarebbe riduttivo nonchè fuorviante, sono pittori che hanno avuto un loro percorso artistico di rilievo portando le loro opere in numerosissime gallerie.

Qui ricordiamo un’esperienza avvenuta all’interno delle arti figurative chieresi vissuta in un ambiente molto vivace.

Valerio Maggio - (Chieri 1948). Sino al 2008 impiegato, con qualifiche direttive, nell’ambito della Sanità piemontese.  Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 1980,  appassionato della storia, dello sport e delle tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 1982), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale del Teatro Sperimentale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 1975) e del successivo Centro Culturale di Chieri con il quale ha messo in scena spettacoli teatrali con il coinvolgimento del Teatro Stabile di Torino (1976 – 1980). Collaboratore dell’assessorato alla cultura del Comune di Chieri (1994 – 2009) e della rivista Centotorri ha al suo attivo numerose pubblicazioni.

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uomini e terra
pittori anni 50
L'ABBIAMO FATTA BELLA
Biblioteca e archivio a Chieri tra fine '900 e inizio 2000: progetti esperienze, documenti, immagini.
A cura di Maria Francesca Garnero e Luciano Genta.
Pagg 160 con illustrazioni a colori e in bianco nero.
Euro 15,00

Una piccola biblioteca in un piccolo comune della provincia torinese, nata oltre un secolo fa per la generosa intraprendenza di un antesignano del volontariato culturale, Nicolò Francone, nell’ambito di una Società di Previdenza e istruzione; gestita in solitudine fin oltre gli 80 anni, poi affidata alle cure, non meno solitarie e gratuite della figlia Paola; solo negli anni ’70 il Comune se ne fece carico, prima investì in risorse umane, in nuovi spazi e nuove Sezioni per il Ragazzi, poi immaginò la biblioteca come primo nucleo di un polo culturale multimediale e interdisciplinare, aggregando un Auditorium polivalente per teatro, cinema, musica, danza, un Museo di storia e arte del territorio e un Museo del Tessile.

Il libro racconta, attraverso immagini e documenti, i cambiamenti e le attività della Biblioteca e dell'Archivio storico di Chieri nel loro passaggio dalla vecchia sede presso il Municipio, all'ex  fabbrica Gaidano alla nuova collocazione dal 2004 nell'ex cotonificio Tabasso, trasformato dal progetto dell'architetto Gianfranco Franchini, primo collaboratore di Renzo Piano e Richard Rogers per la reinvenzione del Beaubourg di Parigi.

Da semplice, per quanto importante, deposito di libri in prestito, la Biblioteca è diventata centro di educazione permanente, dal progetto per la prima infanzia “Nati per leggere” al Laboratorio di lettura al servizio di centinaia di classi scolastiche ai cicli di dibattiti con scrittori, critici, saggisti che nel corso degli anni han fatto incontrare e conoscere Cesare Zavattini, Rigoni Stern, Primo Levi, Nuto Revelli, Fruttero e Lucentini,  Norberto Bobbio, Gustavo Zagrebelsky, Tullio Regge, Luciano Gallino, Antonio Faeti, Roberto Denti, Lastrego e Testa, Ernesto Ferrero, Bruno Gambarotta, Marco Travaglio, Giuseppe Culicchia.

Maria Francesca Garnero (Torino, 1949), laureata in Lettere Classiche all’Università di Torino, ha iniziato a lavorare presso la Biblioteca di Chieri nel 1978, ne è stata la direttrice dal 1982 al 2009. In seguito come responsabile dei Servizi culturali del Comune ha coordinato in particolare rassegne di Arti figurative e di Fiber Art. Ha pubblicato il volume La Signorina, appunti autografi, immagini e ricordi di Paola Francone, che in Biblioteca raccolse l’eredità e il ruolo del padre Nicolò (Ed. Claudio Zucca, 2013)

Luciano Genta (Chieri, 1951), dopo alcuni anni di insegnamento in un centro di formazione professionale e nei corsi per lavoratori studenti), ha lavorato dal 1978 al 2011 come giornalista a La Stampa, nella redazione del supplemento culturale Tuttolibri. Tra il 1975 e il 1985 come consigliere comunale di Chieri ha coordinato la commissione cultura e promosso il rinnovamento della Biblioteca. Ha collaborato come consulente culturale con l’architetto Franchini per il progetto della nuova sede della Biblioteca alla Tabasso nell’ambito di un futuro polo culturale.

UNA VITA FATTA DA ME
Dal Veneto di inizio '900 al Piemonte del 2000 da contadino povero a commerciante di successo.
A cura di Rosanna Perilongo
Pag 228 con illustrazioni a colori e in bianco nero.
Euro 18,00
Questi ricordi di Tarcisio Pelosin ripercorrono la sua vita dall’infanzia alla vecchiaia nel corso del ’900, dal Veneto contadino affamato dalle temperie della “grande guerra” al Piemonte industrioso del “boom economico”, dalla fame al benessere: il racconto di un uomo che si è fatto da sé. Un racconto tutto fattuale, oggettivo, senza digressioni né commenti. Un racconto incalzante, vorticoso, senza un attimo di respiro. L’io narrante mette in riga con ossessiva meticolosità nomi, date, luoghi, cifre, misure. Un censimento, un regesto e dettagliatissimo di quotidiana vita famigliare: persone e cose. Prima la terra, i raccolti, il grano e il vino, le bestie, le vacche e il cavallo, il maiale, le galline, una serena, a momenti persino allegra, povertà; poi il negozio e le merci, tutto ciò che serve a tirar su case e a viverci finalmente con agio, la cucina a gas, la stufa a kerosene fino alla piscina riscaldata e alla vasca con l’idromassaggio, nella “miracolata” Italia provinciale. Due opposte epoche storiche, tagliate di netto dalle macerie del secondo conflitto mondiale che Pelosin attraversa su più fronti, dall’Italia ai Balcani. Una sola, identica vita. Guidata e sorretta con tenace, ostinata coerenza da pochi, fermi principi: fede, famiglia e lavoro.
Rosanna Perilongo. Laureata in Filologia romanza, docente di Lettere in pensione, dal 1980 volontaria culturale. Per il Comune di Chieri e il Museo
del Tessile ha coordinato mostre e progetti educativi e didattici, ha prodotto
o curato, sia singolarmente sia con altri autori, ricerche sul recupero della memoria storica locale, tra cui: Uomini e Terra. Documenti di storia delle campagne chieresi (1985-2011); Chieri e il Tessile. Vicende storiche e di lavoro dal XIII al XX secolo (2007); Prima mignin, seconda gatin. La Scuola a Chieri nella prima metà del Novecento (2009); Memorie istoriche di Andezeno nelle cronache di Giuseppe Maria Villa (2009); Dizionario dei Chieresi illustri (2010); La Scuola a Chieri nell’Ottocento, in Momenti di storia chierese dell’Ottocento (2012); S.Albano. Una leggenda, una festa, un paese (2016); la collana Zibaldone. Fatti, luoghi, personaggi (2012, 2014, 2019). Tra le mostre: Gente che arriva, gente che parte. Per una storia dell’emigrazione a Chieri (2016).
Sante Tarcisio Pelosin, nasce a Loreggia (Pd) il 12 giugno 1922, dai contadini Pelosin Pietro e Mazzonetto Elisa. Vive l’infanzia e l’adolescenza a Resana (Tv); poi, nel 1940, con la sua famiglia si trasferisce a Chieri, in una cascina d’affitto, dove  vive la sua vita di agricoltore fino al 1942, quando parte soldato: prima a Belluno, poi in Montenegro. Dall’8 settembre ’43 rifiuta di collaborare con i tedeschi e aderisce alla lotta partigiana di Tito. Due anni di guerra alla macchia, poi finalmente il 12 marzo del 1945 il rientro in Italia, a Brindisi. Torna a casa nel luglio del 1946 e riprende la sua attività di agricoltore; nel 1952 sposa Bruna Ambrosi e con lei va a vivere in affitto nella cascina Rubiotto, fino al 1954. Costretto a cercare una nuova sistemazione, Tarcisio decide di cambiare lavoro e si trasferisce a Chieri in via Principe Amedeo, impegnandosi nel commercio. Inizia così un percorso lavorativo che lo porterà a diventare a Chieri uno dei più importanti imprenditori del settore. Padre di tre figli, si impegna anche nella vita religiosa, sociale, politica e nelle associazioni di commercio. È tra i fondatori dell’Associazione Veneti del Chierese e, fino alla morte (26 gennaio 2016), membro attivo del Gruppo Alpini di Chieri
bernardo vittone COPERTINA_VITTONE VERSI
BERNARDO VITTONE
Un architetto nel Piemonte del '700
Fotografie di Cesare Matta
Ricerca e testi di Antonio Mignozzetti
Prefazione di Paolo Portoghesi.
Pag 366 con illustrazioni in bianco nero.
Euro 25,00

Bernardo Vittone (Torino 1704 - 1770) è stato sicuramente tra i più originali architetti del tardo barocco ed esponente di primo piano dell'architettura sabauda e realizzò, secondo criteri di leggerezza di gusto rococò, una sintesi originale delle lezioni di G. Guarini e di F. Iuvarra.

Fu autore di edifici sacri e di servizio, ma è noto soprattutto per le sue celebri chiese, in particolare quelle a pianta centrale, dove sviluppa i diversi elementi strutturali in forme e funzioni del tutto nuove. Le sorgenti di luce nascoste sono un simbolo della sua architettura.

Sono molte le località piemontesi che hanno visto arricchire il loro patrimonio artistico dal Vittone: il libro è un lungo viaggio, visivo e documentario, città per città, da Grignasco a Cuneo, da Pinerolo a Casale Monferrato.

Dall'introduzione di Paolo Portoghesi: Le foto di Cesare  Matta illuminano ogni opera nei suoi particolari, i testi di Antonio Mignozzetti ne documentano origini, realizzazione e caratteristiche, la prefazione del prof. Paolo Portoghesi, tra i più autorevoli studiosi del Vittone, delinea il percorso del grande architetto piemontese e l’importanza della ricerca locale per farne conoscere il valore.

Cesare Matta Cesare Matta (Chieri 1957) è fotografo professionista e documentarista dal 1982. Oltre all’attività di fotografia pubblicitaria e industriale ha realizzato reportage e filmati sia in campo sociale che artistico. Tra questi: Dai frej piemontèis d’Argenti-a (2000); I maestri del vino (2004); con Guido Vanetti La natura e l’uomo, l’uomo e la natura: a Chieri e nel suo territorio (2008) e I messaggi del Moncalvo (2018); Oltre il portale. Dal restauro all’attività dei frati minori (2009); Scatti&riscatti. Storie di uomini, terra e lavoro tra Tolve e Chieri (2009); Tra i Popoli di Dio. Incontri oltre i muri (2010); Strisce di Risorgimento. Risorgimento e unità d’Italia nei fumetti e nella stampa per ragazzi (2011). Ha collaborato con case editrici, testate giornalistiche e televisive italiane. 

Antonio Mignozzetti (Trevi 1940) ha insegnato per dieci anni Lettere e Religione nella Scuola Media e in seguito ha lavorato con ruoli dirigenziali in un importante gruppo petrolifero nazionale. Vive in Piemonte dal 1976 e a Chieri dal 1982. Interessato alla ricerca storica, ha pubblicato numerosi libri tra i quali: Chieri, città dei cento piloni (2009, Edizioni Corriere di Chieri); Chieri, luglio 1797. Cronaca di una rivolta  (2010) e Il Duomo di Chieri. Note storico-religiose (2012), entrambi per le Edizioni MILLE.

VERDI COLLINE DI CHIERI
Da Torino al Monferrato occhi aperti sul paesaggio
di Giovanni Donato
Pag 214 con illustrazioni a colori.
Euro 24,50

Filo conduttore del libro è il concetto estensivo di paesaggio,  all'insegna del nesso inscindibile natura-cultura, purtroppo separate a viva forza nella recente storia italiana.
Il paesaggio è lo specchio di una civiltà, dei suoi slanci, delle sue fatiche e meschinità, eventualmente dei suoi errori e orrori.
Il paesaggio per sua natura è continuamente mutevole. Non è la mutevolezza che deve preoccupare, ma la rapidità oggi quasi incredibile - e incontrollabile - delle trasformazioni.
Un paesaggio, come ben sa il viaggiatore curioso, è fatto di monumenti, case, persone, animali, piante, odori e rumori. Il libro invita a ricercare e leggere la bellezza del  paesaggio nella vita quotidiana: quella interiore, sulla scorta della nostra cultura e sensibilità, e quella attorno a noi, senza grandi spostamenti, dietro l'angolo. Stimola a formulare giudizi, positivi o negativi, sui paesaggi urbani e rurali del Chierese, nella consapevolezza che la qualità di vita e il richiamo turistico del nostro territorio dipendono non solo da scelte urbanistiche, economiche, politiche ma in primo luogo dall’educazione e dalla cultura dei suoi abitanti.

 

Giovanni Donato, originario di Saluggia (VC) e cittadino chierese dal 1982. È storico dell'arte: ha insegnato a lungo la materia nei licei statali, ha lavorato per la Fondazione Torino Musei e presso la Soprintendenza per i Beni Storici, artistici ed etnoantropologici del Piemonte. Studioso del medioevo e del rinascimento piemontese ha pubblicato diversi saggi su temi di scultura, architettura e arti applicate, con particolare riferimento alla civiltà della terracotta. In parallelo ha coltivato un costante interesse per la natura e i paesaggi storici piemontesi, in particolare del Chierese.

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CHIERI MEDIEVALE
Dall'età longobarda al comune
di Corrado Terranova
Pag 180 con illustrazioni a colori.
Euro 15,00

Che cosa conosciamo della Chieri Medievale? Come distinguere i fatti documentati dalle leggende tramandate ? E come districarsi tra le interpretazioni dei documenti, a volte soggettivamente arbitrarie, sempre oggettivamente condizionate dal loro tempo e dunque sempre da ridiscutere ?

Corrado Terranova ripercorre qui con rigorosa chiarezza e precisione la storia della città tra il V e i XIII secolo, vaglia le fonti e soppesa le letture che ne sono state date, ne ricava un racconto nel contempo scrupoloso ed affabile. Dal declino della Chieri romana alle testimonianze della presenza longobarda fino al quadro della società comunale con artigiani, mercanti, banchieri, questo libro interessa l'appassionato di storia locale  così come chi poco conosce il passato della città.

Un libro che si può utilmente usare a scuola trasmettendo informazioni e stimoli ai giovani, perché conoscendo "da dove veniamo" decidano consapevolmente "dove vogliono andare": dipende infatti da loro se e come la città saprà mantenere viva e valorizzare la memoria e l'eredità del suo passato.

Corrado Terranova (Messina 1955) insegna Lettere all’Istituto Vittone di Chieri. 
Laureato in Storia medievale, con le monografie Chieri romana (1982) e Chieri medievale (1984) ha collabora-to al progetto Per conoscere la città dell’Assessorato I-struzione del Comune di Chieri. Suoi contributi su temi di storia medievale sono apparsi nei volumi Andezeno mille di storia, I, Territorio, popolamento e potere nei secoli medievali (1995) e Per un millennio. Da Trebledo a Casalborgone (2000). Per le nostre edizioni ha pubblicato di recente Chieri medievale. Dall’età longobarda al comune (2016).

OLTRE L'ETERNITA'

Chernobyl fra immagini e riflessioni

di Massimo Matta

introduzione di Massimo Bonfatti

Pag 262 con illustrazioni in bianco nero.

Euro 20,00

Chernobyl non è solo il nome di un evento tragico, ma una maledizione per l’ umanità. Gli effetti del fallout del 26 aprile 1986 nella centrale nucleare sovietica permarranno per migliaia di anni oltre ogni immaginazione.

Le foto di Massimo Matta sono un pulsante racconto di ciò che è accaduto in quei terribili giorni, ci riportano a una Chernobyl dove il tempo si è fermato,  ad una realtà che si è fisicamente bloccata 30 anni fa.

Vanno dritte al cuore e non si dimenticano le testimonianze di chi quei giorni li ha vissuti, gli sguardi di chi resta legato alla propria terra natia orrendamente violentata.

Chernobyl è stato ed è un monito purtroppo inascoltato: Fukushima ce lo ricorda. Le riflessioni introduttive di Bonfatti e le immagini di Matta sono un contributo prezioso per riflettere sull’uso del nucleare, per non dimenticare il prezzo pagato in vite e sofferenze, per immaginare un diverso rapporto tra uomo, tecnica e natura.

Massimo Matta (Chieri 1972) giornalista pubblicista si occupa di fotografia prevalentemente in campo sportivo. Ha documentato i barrios di Barcellona, la situazione delle popolazioni in Ecuador, Madaghascar e Galapagos.

LA DIS-EDUCAZIONE ARTISTICA 
di Giorgio Parena
Pag 164 con illustrazioni a colori.
Euro 12,00

Qui si rovescia il vecchio proverbio “Impara l’arte e mettila da parte”. Attraverso la sua esperienza - rievocando ricordi, incontri, scoperte dall’infanzia alla maturità - Giorgio Parena ci spiega con ordine e chiarezza che è invece necessario disimparare e accantonare quel che abbiamo assorbito spesso in forma di stereotipi e luoghi comuni sui banchi di scuola.

È più fertile formare il gusto e acquisire uno stile e una tecnica confrontandosi con i maestri, osservando le loro opere. Così, di epoca in epoca, senza farsi imbrigliare da correnti e tendenze, senza reverenze per sperimentazioni e avanguardie e tanto meno per militanze ideologiche, ognuno può compiere la sua rieducazione artistica, con lo studio e l’esercizio.

Una lettura utile per chi ama visitare musei e mostre avendo per guida solo lo sguardo e l’intelletto. Un libro speculare per chi l’arte già la pratica, anche solo per diletto. Come quei “pittori della domenica” cantati da Paolo Conte: “Eccoli lì, con gli occhi attenti,/ a radunar di sé/ mille frammenti”.

Giorgio Parena (Mombello di Torino, 1948) ha insegnato Lettere nelle scuole superiori ed è stato preside in licei artistici ed istituti tecnici, dal 1983 al Vittone di Chieri. Negli anni ’70 e ’80 ha partecipato al Movimento di Cooperazione Educativa per la riforma organica di una scuola a tempo pieno.

Ha studiato i problemi semiologici e pedagogici della comunicazione, pubblicando, tra gli altri, i saggi Lingua e Comunicazione nella scuola, (Milano Editore,  1975) e Per una didattica dell'apprendimento linguistico nella scuola media superiore (La linea Editrice, 1977). Sul rapporto tra arte e comunicazione ha pubblicato due quaderni: Riflessioni sull'arte 1 e 2 (Parena Pietro Editore, 1999 – 2005).  Si dedica alla pittura, all’incisione, allo studio della storia e della critica artistica, esponendo le proprie opere in mostre personali e collettive.

PITTORI CHIERESI NEGLI ANNI ‘50
Dall'arte in vetrina alla Navetta d'oro
a cura di Valerio Maggio e Cesare Matta
Pag 68 con illustrazioni a colori
Euro 8,00

Questo catalogo nasce dalla mostra organizzata nel 2006 presso il salone  di San Domenico a Chieri per ricordare gli artisti locali che hanno operato dalla fine della seconda guerra mondiale fino agli anni Settanta, ritraendo una società in veloce mutazione, riportando sulle loro tele  inquietudini e paure, fermenti e speranze dei tempi vissuti. Molte delle loro opere sono dedicate alla città e al paesaggio locale, offrono un’immagine multiforme di Chieri, per tratti cromatici, forme stilistiche, linguaggi personali.

Sono uomini e donne che diventano pittori una volta alla settimana quando smettono di essere imprenditori, artigiani, professionisti. Sarebbe però riduttivo e fuorviante definirli “pittori del tempo libero”: ognuno ha elaborato un proprio percorso artistico e diversi hanno esposto le loro opere in numerose gallerie ottenendo l’attenzione dei critici e l’interesse del pubblico, basti citare Ilio Burruni, Piero Fonio, Vigin Roccati.

Il catalogo offre di ogni autore un ritratto fotografico, una scheda biografica e la riproduzione di un’opera significativa: l’insieme testimonia la particolare vivacità e creatività delle arti figurative chieresi nei decenni ’50 – ’70 del ‘900. 

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

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UOMINI E TERRA
Documenti di storia delle campagne chieresi 
a cura di Cesare Matta, Rosanna Perilongo, Guido Vanetti
contributi di Agostino Gay, Flavia Gastaldi, Gabriella Gavinelli, Laura Gavinelli, Andrea Quaglino, Corrado Terranova.
pag 232 con illustrazioni in bianco nero.
Euro 12,00

Il volume è il frutto di una mostra realizzata negli anni ’80 del ‘900 per riscoprire la storia chierese attraverso le fonti dell'Archivio cittadino: censimenti, doti, testamenti, manifesti, catasti, inventari notarili.

Una laboriosa ricerca svolta per ricordare le origini e la cultura contadine della comunità chierese e documentare un passato lontano sempre meno noto alle nuove generazioni.

Il mondo contadino, la famiglia e la sua organizzazione, il ciclo completo del lavoro agricolo, gli strumenti del lavoro tipici della tradizione piemontese, la casa rurale come luogo specializzatosi nel tempo per rispondere alle esigenze dell'agricoltura di pianura, i mercati, le fiere vengono raccontati attraverso un’ampia rassegna di documenti e immagini.

Trent’anni dopo, nell’attuale incerta fase economica in cui industria e agricoltura cercano di reinventarsi, il libro ricorda che ogni buona crescita richiede conoscenza e rispetto delle radici.  

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STRANÒT
narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi
a cura di Valerio Maggio e Cesare Matta
Contributi di Albina Malerba, Gianfranco Gribaudo, Giovanni Ronco
Pagg 384 con illustrazioni in bianco nero
Euro 15,00

Il vocabolo stranòt è da sempre considerato la “pasquinata” del nostro territorio avendo anch’esso il proposito di mettere alla berlina personaggi e situazioni pubbliche. Nella tradizione di Chieri ha come scopo principale il dileggio della politica nazionale ma soprattutto locale, della società cittadina, del mondo delle associazioni, dell’universo femminile, della cronaca (rosa o nera non importa).

Il volume raccoglie oltre trecento stranòt recitati in piazza nei decenni del secondo Novecento gli anni in occasione della festa dei santi Giuliano e Basilissa e successivamente durante la Vija, in calendario durante le feste patronali di settembre. A volte si tratta di testi frutto di trascrizioni istantanee della recita orale; in molti altri casi ci si trova di fronte a componimenti firmati, datati o non datati, ma pur sempre in grado di fissare con il loro “sfottò” un momento preciso di vita cittadina.

Chi è bersagliato dalle frecciate dello stranòt chierese ride verde, oppure non ride del tutto, ma poi la cosa finisce lì. La tradizione infatti vuole che chi lo recita ottenga una sorta di immunità; non c’è dunque mai stata notizia di ritorsioni, di vendette, di querele anche davanti a testi – in verità pochi - che davvero potevano stare nella zona di confine tra la satira e l’insulto, capaci di suscitare risate pronte a diventare ruggiti. Mai nulla di paragonabile alla violenza e alla volgarità di quel che passa oggi la gazzarra dei social media, anzi un esempio di moderazione e prudenza del piccolo mondo antico.

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.

Cesare Matta Cesare Matta (Chieri 1957) è fotografo professionista e documentarista dal 1982. Oltre all’attività di fotografia pubblicitaria e industriale ha realizzato reportage e filmati sia in campo sociale che artistico. Tra questi: Dai frej piemontèis d’Argenti-a (2000); I maestri del vino (2004); con Guido Vanetti La natura e l’uomo, l’uomo e la natura: a Chieri e nel suo territorio (2008) e I messaggi del Moncalvo (2018); Oltre il portale. Dal restauro all’attività dei frati minori (2009); Scatti&riscatti. Storie di uomini, terra e lavoro tra Tolve e Chieri (2009); Tra i Popoli di Dio. Incontri oltre i muri (2010); Strisce di Risorgimento. Risorgimento e unità d’Italia nei fumetti e nella stampa per ragazzi (2011); Bernardo Vittone, un architetto nel Piemonte del ‘700 (2015). Ha collaborato con case editrici, testate giornalistiche e televisive italiane. 

CHIERI: I MONUMENTI, GLI ARTISTI
di Antonio Mignozzetti
Pagg 368 con illustrazioni in bianco nero
Euro 12,00

Una minuziosa e approfondita ricerca storica sui più significativi monumenti chieresi con le biografie degli artisti che li hanno realizzati.

Di ciascun monumento, dai più noti fino alla più piccola cappella, si documenta la trasformazione nel tempo, i passaggi dalle intenzioni del committente al progetto, i condizionamenti e gli stravolgimenti dell’opera, spesso per motivi economici, la realizzazione, i successivi cambiamenti nel corso delle vicissitudine storiche: in sintesi, un dinamico e istruttivo confronto tra l’idea, quello che fu pensato in origine, e il fatto, quello che vediamo oggi.

Ricche e potenti famiglie affidano lasciti perché l’architettura e l’arte facciano di loro memoria; gli ordini religiosi affermano la loro presenza con chiese, chiostri, conventi; il potere civico innalza archi in omaggio ai reali di casa Savoia: attraverso queste tessere prende forma il mosaico della città e dei suoi progressivi mutamenti non solo urbanistici.

Una lettura che unisce la cura specialistica del dettaglio al piacere della curiosità.

Antonio Mignozzetti (Trevi 1940) ha insegnato per dieci anni Lettere e Religione nella Scuola Media e in seguito ha lavorato con ruoli dirigenziali in un importante gruppo petrolifero nazionale. Vive in Piemonte dal 1976 e a Chieri dal 1982. Interessato alla ricerca storica, ha pubblicato numerosi libri tra i quali: Chieri, città dei cento piloni (2009, Edizioni Corriere di Chieri); Chieri, luglio 1797. Cronaca di una rivolta  (2010) e Il Duomo di Chieri. Note storico-religiose (2012), entrambi per le Edizioni MILLE.

O DI CHIERI GRAN REGINA

La Madonna e la città tra Medioevo e Novecento

A cura di Luciano Genta, Valerio Maggio, Cesare Matta, Corrado Terranova

Pagg 218 con illustrazioni a colori e in bianco nero

euro 15,00

La Madonna delle Grazie che salvò Chieri dalla peste del 1630, la vergine fiamminga dell'Annunziata, le Madonne di San Domenico, l'Immacolata a San Giorgio, alla Pace e sant'Antonio, l'Ausiliatrice di Don Bosco e Santa Teresa, le Madonne dei "piloni": l'immagine di Maria madre di Gesù, accompagna i chieresi di chiesa in chiesa, da generazione in generazione.

Il libro racconta questa lunga storia di devozione popolare, dal Medioevo al '900, attraversando arte e fede, società e costume.

Una ricca galleria di immagini illustra dipinti e statue e le processioni diventate simboliche feste di tutta la città, autorità e popolo.

Origini e vicende di ogni opera, significati e interpretazioni dei riti nei testi di Ferruccio Ferrua, Luciano Genta, Gianfranco Gribaudo, Valerio Maggio, padre Pio Marcato, Antonio Mignozzetti, Elena Chiri Pignocchino, Candida Rabbia, Suor Manuela Robazza, padre Riccardo Samarotto, Corrado Terranova, Roberto Toffanello, Anna Tosco.

EVANGELIUM FOEMINAE

di Rita Clemente

Pagg 52

Euro 8,00

Una raccolta di 22 composizioni in versi dedicati alle donne che compaiono nelle narrazioni dei Vangeli ufficiali più qualche incursione nei Vangeli apocrifi.

Queste donne si raccontano attraverso la loro sofferenza, i lori desideri insoddisfatti, il loro amore in una società maschilista che le umilia e le emargina. Un incontro decisivo però cambia la loro vita, è l’incontro con il rabbi Yeoshua di Nazareth che avrà un effetto di guarigione e di liberazione.

Liberazione dagli schemi, dai pregiudizi, dai timori, dalle condanne, persino dagli obblighi cui le hanno relegate le norme di un ordinamento morale e sociale oppressivo e patriarcale.

Questi versi sono un racconto di atti di coraggio e di audacia, di intraprendenza e di intelligenza come quello di Maria o quella della Samaritana che discute con il Maestro di teologia o di colei che oserà da impura toccare il mantello del Rabbi.

Sono versi di donne che hanno ricevuto la loro Buona Novella e che a loro volta l’annunciano al mondo, Novella di un Regno di Dio in cui anche le donne sono liberate da oppressioni sessiste.

Versi dedicati alle donne che in ogni parte del mondo nutrono speranze.

Rita Clemente è nata a Lecce, dove si è laureata in Lettere classiche; ha insegnato a Brindisi, Perugia e Torino. Ora in pensione, risiede a Chieri. Scrive poesie, racconti e testi teatrali. Come volontaria si occupa di integrazione sociale e di intercultura.

GENT ËD CHÉR

Cento ritratti di personaggi del nostro '900

di Valerio Maggio

Pagg 204 con illustrazioni in bianco nero

Euro 10,00

Il riordino dell’archivio fotografico del settimanale di Chieri Cronache Chieresi (1965 – 1983), sottratto all’abbandono e alla distruzione e catalogato con un lavoro di squadra, ha permesso all’autore di mettere insieme questa antologia di personaggi che hanno segnato il Novecento chierese.

Energia, coraggio, costanza, dedizione, creatività, disinteresse, fantasia, gioia di vivere sono le qualità più comuni non solo nelle figure più “illustri”, ma forse soprattutto tra quelle più “in ombra” che l’autore descrive con maggior gusto ed efficacia, proprio perché le sente più vicine.

Sono tutti “eroi del mestiere ben fatto” dove non fa differenza se sei farmacista, salumiere, tipografo o orologiaio, barbiere o astronomo, vigile o campanaro, direttrice didattica o sindacalista, ambulante di frutta e verdura o sacerdote, catechista, giocattolaia oppure sindaco. Tutti contribuiscono a delineare una storia, una tradizione, una memoria di Chieri che non è proprio da buttar via.

Non è un libro di schede filologiche, di biografie da casellario anagrafico, bensì un album narrativo corale dove in alcuni casi l’immagine conta quanto se non di più del testo .

Il libro propone molti più uomini che donne, più nativi che immigrati, più padroni che operai, più cattolici che laici, qualche socialista e due soli comunisti di cui per altro uno cresciuto alla scuola di don Bosco. E già questa è una sintesi della “chieresità”, almeno per come la si tramanda.  

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

BÒITE & BOTTEGHE

Commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento

a cura di Valerio Maggio e Cesare Matta

pagg 110 con illustrazioni in bianco nero

Euro 10,00

A partire dai primi anni Ottanta, nelle pieghe della città di Chieri, dal centro alla periferia, dapprima silenziosamente, poi in maniera sempre più evidente, sono scomparse tante attività commerciali e artigianali.

Il “piano terra” in poco tempo ha cambiato natura, hanno chiuso i battenti botteghe, magazzini, minuscole bòite, laboratori artigianali. Sono sparite macellerie, panetterie, pasticcerie, negozi di abbigliamento. Ha gettato la spugna la totalità delle piccole e piccolissime tessiture “conto terzi”.

Il pubblico dei consumatori, a Chieri come altrove, si stava piano piano indirizzando verso i “grandi magazzini”, i “self service”, gli “ipermercati” sempre più anonimi, sempre più grandi e onnicomprensivi. Cambiavano usi e costumi, stili di vita; finiva un mondo che esprimeva non solo una categoria professionale - il piccolo commerciante, l’artigiano – ma una cultura, una tradizione, una memoria secolare. 

Come “rigattieri”, animati dal desiderio di conservare e trasmettere ricordi, attraverso oltre cento fotografie e un testo stringato e didascalico, gli autori passeggiano tra le vie di quella Chieri che non c’è più, dove si contavano duecento esercizi di generi alimentari, venti tra ristoranti e trattorie, molti bar, sparsi tra via Vittorio Emanuele, Piazza Cavour, via Palazzo di Città, via Visca, via Tana. Così, sulla pagina, boite e botteghe riprendono vita, tornano i volti noti dei loro protagonisti, antichi arnesi e strumenti, mobili e insegne: il fascino del “c’era una volta”.

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

Cesare Matta Cesare Matta (Chieri 1957) è fotografo professionista e documentarista dal 1982. Oltre all’attività di fotografia pubblicitaria e industriale ha realizzato reportage e filmati sia in campo sociale che artistico. Tra questi: Dai frej piemontèis d’Argenti-a (2000); I maestri del vino (2004); con Guido Vanetti La natura e l’uomo, l’uomo e la natura: a Chieri e nel suo territorio (2008) e I messaggi del Moncalvo (2018); Oltre il portale. Dal restauro all’attività dei frati minori (2009); Scatti&riscatti. Storie di uomini, terra e lavoro tra Tolve e Chieri (2009); Tra i Popoli di Dio. Incontri oltre i muri (2010); Strisce di Risorgimento. Risorgimento e unità d’Italia nei fumetti e nella stampa per ragazzi (2011); Bernardo Vittone, un architetto nel Piemonte del ‘700 (2015). Ha collaborato con case editrici, testate giornalistiche e televisive italiane. 

QUELLI DEL VITTONE

1963 - 2013: 50 anni dell'Istituto per ragionieri e geometri tra cronaca, testimonianze e immagini

A cura di  Luciano Genta, Valerio Maggio, Cesare Matta, Corrado Terranova

Pagg 158 con illustrazioni in bianco nero

Euro 15,00

Mezzo secolo di scuola, un ricordo affettuoso e puntuale di tutti coloro che hanno contribuito a creare e far crescere a Chieri l'istituto Vittone.

Si rivivono anno per anno i momenti fondamentali della sua storia: dalla nascita nel 1963 dell'Istituto Tecnico Commerciale, succursale dell'Istituto Einaudi di Torino, si arriva al 1970 anno in cui si apre la scuola per geometri e ragionieri intitolata a Bernardo Vittone, fino al Vittone dei nostri giorni, con l'annessione della sezione chierese dell'Istituto Lagrange, prima, e dell'Istituto Agrario, poi.

Sfilano tutti i protagonisti della quotidiana vita scolastica, presidi e bidelli (così si chiamavano un tempo…),insegnanti e allievi, genitori. Tra ricordi e testimonianze si rievocano le esperienze didattiche, si racconta come si sia rinnovata la scuola italiana nel corso degli anni, dai decreti delegati alle più recenti sperimentazioni, e come il Vittone abbia risposto a tali cambiamenti.

La vita scolastica riflette i passaggi d’epoca di tutta la società italiana e in particolare di quella locale: così, raccontando il Vittone, si sgrana una sequenza di cronache chieresi che trovano riscontro nelle numerose illustrazioni, un album di foto in cui molti potranno riconoscersi e ritrovare ricordi e sogni della loro gioventù.

LA GRANDE CORSA

Fatti, personaggi, aneddoti, attorno al rally chierese TEAM 1971 a trentacinque anni dalla prima edizione

di Valerio Maggio

pagg 216 con illustrazioni in bianco nero

Euro 15,00

Qui si racconta di piloti, di meccanici, di tanti semplici appassionati che a Chieri hanno avuto come punto di riferimento il Bar della Stazione, principale ritrovo degli appassionati dei motori.

L’ evento catalizzatore è il Rally Team 1971, quello più amato dai torinesi, con le sue più importanti edizione negli anni in cui la “movida torinese” ruota attorno al Trocadero, al Castellino, al Piper ed al Club ’84, mentre a Chieri giovani piloti e tifosi flirtano con alcune graziose atlete della locale squadra di pallavolo, la Patmos, sulla falsariga di quanto alla tv vedevano fare a Fonzie con le studentesse del Milwaukee.

Nel corso delle edizioni del Rally Team 1971, dalla pedana di partenza, installata via via in diverse piazze di Chieri, sono scesi a bordo delle loro auto oltre tremila equipaggi. Così si dipana l’epoca dei rally disegnati e disputati sui tracciati tra città e colline: una lunga avventura di uomini e di macchine, intervallata da esilaranti “zingarate”, un mondo un po’ naif, i cui principali ingredienti si presentano sotto forma di auto e fango, coraggio, abilità e tecnologia. Ancora una volta l’agonismo sportivo riflette uno spaccato di vita cittadina, diventa uno specchio di costumi e caratteri, riguarda e interessa ogni semplice curioso spettatore.

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

UN RAGGIO ALLA VOLTA

1904 - 2004 Cento anni di ciclismo chierese

di Valerio Maggio

pagg 96 con illustrazioni in bianco nero

Euro 8,00

Un secolo di ciclismo all’ombra dell’Arco di Chieri: dalla fondazione della “Moltiplica” nel 1904 alla nascita del “Pedale Chierese” fino alle ultime performances di Marco Brossa, due volte medaglia d’argento ai Mondiali.

Rivivono  gli eroismi, datati primo Novecento, di Michele Ciaiolo e di un Pinin Valzania semicongelato che pedala lungo i ripidi tornanti della Susa – Moncenisio. Risplendono le imprese leggendarie del chieresissimo pistard Mario Ghella, campione olimpico e mondiale, pluricampione italiano, che dal 1945 al 1951 ha corso indossando i colori sociali giallo marroni del “Pedale”. Scorrono i ricordi di altri fuoriclasse, da Carlo Simonigh ai professionisti Luciano Galbo, maglia rosa al Giro D’Italia, e Luigi Sartorato.

Insieme ai campioni ci sono altre centinaia di corridori che di anno in anno hanno catalizzato l’attenzione degli sportivi, sempre seguiti da valenti tecnici: spicca la figura del direttore sportivo Piero De Paoli. Senza i suoi quaderni di appunti, diventati nel corso degli anni veri e propri diari di costume agonistico e sociale, questa piccola storia centenaria del ciclismo chierese non avrebbe visto la luce. 

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

ROMBO DI TUONO

Da Mario Fasano a Roberto Rolfo, 1926-2006.

Ottant'anni di motociclismo chierese.

di Valerio Maggio

pagg 96 con illustrazioni in bianco nero

Euro 8,00

Un tuffo nel passato per riscoprire storie e volti dimenticati e ricordare i momenti più importanti della storia motociclistica chierese più o meno recente che ha accompagnato la vita dei locali Moto Club sin dalla loro fondazione. Una carrellata sui personaggi che hanno difeso nelle diverse stagioni i colori di Chieri.

Spiccano figure del ‘900 che hanno saputo farsi conoscere anche in ambito regionale, nazionale e internazionale: da Mario Fasano (un superman degli anni ’20) a Giovanni Franchino (un motociclista dallo stile impetuoso); da Giovanni Cresta (un campione italiano di corsa in salita) a Antonio Allemand (il ragioniere volante); da Armando Ciaudano (dal motocross ai grandi deserti) a Fabrizia Pons (vola da Chieri alla Parigi Dakar); da Enrico Oddenino (un salto dalle minimoto ai palcoscenici internazionali) a Roberto Rolfo (un’esperienza mondiale con solide radici a Pino Torinese).

Più che al mezzo meccanico, alle sue caratteristiche tecniche, l’attenzione è rivolta al pilota, al fattore umano dell’impresa, ai sentimenti che hanno mosso ed esaltato generazioni di sportivi, di accesi tifosi, di semplici cittadini.

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

stranot
gent ed cher
chieri i monumenti gli artisti
o dichieri gran regina
evangelium foemine
boite e botteghe
quelli del vittone
la grande corsa rally
un raggio alla volta
rombo di tuono
biblioteca
BELA TESSIOIRA
LA BELA TESSIÒIRA

Le reginette del Carnevale chierese 1952 - 2017.

di Valerio Maggio

pagg 188 con illustrazioni in bianco nero

Euro 15,00

La Bela Tessioria, reginetta del Carnevale chierese, è uno dei pochi emblemi popolari della città. Chi l’ha inventata, chi l’ha organizzata e promossa, come viene scelta e soprattutto chi ne ha indossato le vesti? Valerio Maggio, lo racconta con un centinaio di fotografie e cronache briose in questo libro, frutto di una scrupolosa e paziente ricerca. Dal 1952 a oggi, anno per anno, scorrono le Belle. E con loro si dipana una piccola storia collettiva: si attraversano le vicissitudini della tessitura e i cambiamenti nel mondo del lavoro e nella società, si  manifestano le mode e gli stili nel costume, nel linguaggio e nei comportamenti. Così le immagini e le parole rievocano ricordi festosi per chi già c’era, tramandano memoria e tradizione a chi quei giorni non li ha conosciuti, offrono a tutti  il piacere di sfogliare, guardare e scoprire: l’album di una icona che non è solo una tradizione di ieri ma può ancora essere una risorsa per la Chieri di oggi e di domani.

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

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UN DOLORE INFINITO

Per le vittime innocenti delle guerre, dei terrorismi, delle migrazioni

di Rita Clemente - prefazione di Enrico Peyretti

pagg 130 

Euro 10,00

Queste effusioni di Rita che gridano contro guerre, terrorismi, migrazioni forzate, con "un dolore infinito", guardano sempre alle vittime, danno voce alle vittime, una per una  e tutte insieme. Farsi voce degli uccisi, delle vite schiacciate dalla violenza, e dare loro la propria voce, risponde ad un obbligo, mentre cerca la difficile composizione in espressioni udibili, comunicabili, cosicché ci uniscano, ascoltandole, nell'esecrazione e nella ricerca di superare quell'abisso disumano che è la guerra, nelle sue tante forme.

(Dalla prefazione di  Enrico Peyretti)

Rita Clemente è nata a Lecce, dove si è laureata in Lettere classiche. Ha insegnato in provincia di Brindisi, a Perugia e a Torino. Attualmente in pensione, risiede a Chieri con il marito e tre gatti. Come volontaria, svolge at-tività di sostegno scolastico su alunni in difficoltà o non italofoni. Dal 2012 è coordinatrice del Comitato Pace e Cooperazione Internazionale del Comune di Chieri. Scrive poesie, racconti e testi teatrali dall’età di dodici anni. Per Gaidano & Matta ha pubblicato altre raccolte di versi: Evangelium Foeminae (2016) e Un dolore infinito (2017).

leone e dafne
LEONE e DAFNE

Viaggio tra Uomo Cibo e Natura

di Rosanna Tabasso - presentazione di Ivana Rabbone

pagg 80 con illustrazioni a colori

Euro 12,00

la scienza dell'alimentazione è una materia viva, che coinvolge tutto l'individuo, quindi cosa meglio, per parlare di cibo, che seguire Leone e Dafne, i due personaggi di questo libro? Con loro divideremo lavoro, gioco, sonno e pranzi e cene, scoprendo buone ricette da cucinare velocemente ed assaggiare piacevolmente con la nostra famiglia ed i nostri amici.
Ma Leone e Dafne hanno una particolarità: vivono 3000 anni fa.
Perchè proprio loro? Perchè l'uomo di oggi è il frutto di un'evoluzione durata centinaia di migliaia di anni e pochi decenni di vita sedentaria non bastano a modificare le sue caratteristiche fisiologiche. 

Entriamo dunque nella vita di ragazzi vissuti in tempi antichi per rispondere alle loro ed alle nostre domande cercando uno stile di vita e di alimentazione sostenibile. In “Leone e Dafne” sono spiegate dettagliatamente le caratteristiche degli alimenti ed il modo per usarli correttamente, ma non solo questo, troveremo anche aneddoti e curiosità che rendono la lettura utile e piacevole.  
Leone e Dafna propone semplici ricette perchè giovani e meno giovani imparino che saper cucinare in modo corretto è un buon punto di partenza per vivere in salute, godendo di vero “benessere” ed evitando  malattie oggi tanto diffuse. 

Il libro è rivolto in modo particolare ai ragazzi, perchè abbandonino gli stereotipi e scoprano cibi più buoni e sicuramente più salutari, alle famiglie, perchè riscoprano la gioia di cucinare insieme, agli insegnanti, come valido sussidio all'insegnamento della scienza dell'alimentazione. 
 

Rosanna Tabasso, Torino 1954. Laureata in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Torino nel 1979, ha conseguito la specializzazione in Diabetologia e malattie del Ricambio presso questa università nel 1982.
Dal 1981 al 1991 ha svolto attività di medico internista presso il Presidio Ospedaliero B.V. Consolata Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese (TO), 
in questi anni ha seguito il recupero di numerosi casi di tossicodipendenza da alcol e droghe, bulimie e anoressie, in collaborazione con equipe di psicologi e psichiatri, approfondendo le sue conoscenze nell’ambito dei disordini alimentari. In seguito ha svolto attività privata, dedicandosi principalmente ai casi di bulimia. Dal 2010 si dedica all’attività didattica, elaborando programmi educativi, nello spirito di abbinare teoria e pratica.
Alla cascina del Prevosto di Cumiana (TO), tiene giornate per allievi delle scuole di primo e di secondo grado, per le famiglie, per i singoli.

 

traversata del deserto
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TRAVERSATA DEL DESERTO CON OASI
Memoriale scolastico

di Rita Clemente

pagg 202 

Euro 12,00

La prof e i suoi allievi sono alle prese con l'ultima verifica dell'anno: lei è impegnata nell'ennesimo esercizio di pazienza, loro agitati dai soliti dubbi, gli stessi che mesi di spiegazioni ripetute non sono riusciti a dissolvere. Ma la professoressa Clemente, comprensiva come vuole il suo cognome, è ormai al termine della sua lunga "traversata", ad un paio di settimane dalla pensione. Nei 35 anni precedenti ha imparato a convivere con la varietà multiforme degli adolescenti affidati alle sue cure, ad affrontarne le ansie, i malumori, le rivalità, a volte la contestazione aperta, ma anche ad apprezzarne l'umanità, a sentirne l'affetto. E in questo libro, con garbo e leggerezza, ci racconta come ha fatto.
 

Rita Clemente è nata a Lecce, dove si è laureata in Lettere classiche. Ha insegnato nella scuola pubblica per oltre 35 anni, prima nella media inferiore, in piccoli centri della provincia di Brindisi, poi in un Istituto professionale di Perugia, infine in due scuole superiori di Torino.
Attualmente in pensione, risiede a Chieri con il marito e tre gatti. Come volontaria, svolge attività di sostegno scolastico su alunni in difficoltà o non italofoni in una scuola media. Occasionalmente tiene corsi di formazione per insegnanti: sull’uso espressivo della voce in classe e sulla facilitazione dei testi per ragazzi con una limitata conoscenza dell’italiano o con disturbi specifici dell’apprendimento.
Scrive poesie, racconti e testi teatrali dall’età di dodici anni. Con Gaidano&Matta ha pubblicato due raccolte di versi, Evangelium Foeminae (2016) e Un dolore infinito (2017).

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STRANIERI DI CASA
Persone e storie fra Torino e Monferrato
di Dario Rei
pagg 210 con illustrazioni a colori

Euro 15,00

Dopo Cultus Loci Cura Animi. Racconto di un paesaggio rurale (2013) e Monferrato di Confine. Un'area nel  cuore  del  Piemonte (2016) il saggio Stranieri di casa conclude la trilogia dedicata ai luoghi che l'autore ha frequentato e studiato.

Filo conduttore della narrazione, condotta nel quadro  di vicende che si dispiegano fra Torino e Monferrato, sono gli incontri con persone: Filippo Barbano, Franco Venturi e Alberto Radicati di Passerano, Carlo Fruttero, Raimondo Luraghi, José Domingo Molas, Renato Boccassino; e il rimando alle presenze storiche simboliche e culturali - prima fra tutte la Canonica di Santa Maria di Vezzolano -­ che contraddistinguono queste terre.

Al di là di mitologie semplificatrici ed entusiasmi di breve durata, solo la conoscenza della grande  storia e la riflessione sul recente passato soccorrono la consapevolezza del presente difficile in cui ci troviamo, e prospettano  agli attori locali la visione ("utopia di collina") necessaria per affrontarlo.

 

Dario Rei, nato a Torino, laureato in storia moderna, è stato professore di sociologia e politica sociale presso l’Università Subalpina. Autore di studi e ricerche su temi di politica sociale, terzo settore, partecipazione civica, sistemi di welfare, integrazione socio-sanitaria. È stato presidente della Associazione Frutteto di Vezzolano per la salva-guardia del paesaggio rurale, è attualmente volontario dell’associazione InCollina - Turismo nel cuore del Piemonte.Vive da oltre vent’anni ad Albugnano, sopra Castelnuovo don Bosco.Coltiva interessi per le questioni del paesaggio-territorio e lo sviluppo locale e culturale nelle aree minori. Tra le sue pubblicazioni: Cultus loci cura animi. Racconto di un paesaggio rurale, 2013 - Monferrato di confine, 2016 - Stranieri di casa, persone e storie fra Torino e Monferrato, 2018.

corona di delizie
LA CORONA DI DELIZIE
Le Residenze Reali del Piemonte

acquerelli di Maria Chiara Orlandini - Testi di Bruno Sartore

pagg 136 con illustrazioni a colori

Euro 28,00

Maria  Chiara Orlandini, pittrice e scenografa, illustra con i suoi acquerelli, soffusi di lieta leggerezza e poetica nostalgia, le residenze  dei Savoia con le chiese e i palazzi  dei  Comuni d’intorno, da Venaria ad Aglié, Susa, Rivoli, Moncalieri, Stupinigi e Nichelino con il Mausoleo della bela Rosin, Racconigi, Pollenzo, Bra e Cherasco,  Govone, Garessio e il castello di Valcasotto.

Bruno Sartore, studioso di storia torinese e dei Savoia, accompagna gli acquerelli con le sue dettagliate e vivaci note storiche, spiegando origini, eventi, caratteri architettonici e artistici di ogni Residenza, senza trascurare le tradizioni, i costumi, le attrazioni gastronomiche e turistiche di ogni località.

“Un’opera di grande pregio e di grande valore storico - divulgativo, tra guida turistica e libro d’arte … Libri come queso sono un messaggio chiato di come il patrimonio culturale piemontese sia un tesoro da preservare e valorizzare, in molti angoli ancora da scoprire”.  Mario Turetta  Direttore del Consorzio delle Residenze Reali 


“Questo splendido volume potrà incuriosire, educare e far apprezzare la storia e l’arte del Piemonte. Il suo compito è fornire degli spunti interessanti che sono un invito al viaggio: un viaggio che tutte le persone curiose non dovrebbero assolutamente farsi sfuggire”. Carlo Petrini Presidente e Fondatore di Slow Food
 

gribaudo dal borgh al bit
DAL BORGH AL BIT
Tra Torino e le Nazioni Unite: fatti e pensieri di un piemontese internazionale
di Gianfranco Gribaudo, con prefazioni di Sergio Maria Gilardino e Gian Giacomo Migone - a cura di Luciano Genta
pagg 234 con illustrazioni a colori

Euro 18,00

È conosciuto soprattutto  come “il Gribaudo” per il suo Dissionari piemon-tèis. Ma Gianfranco Gribaudo è stato in primo luogo, defilato e in sordina, un protagonista dell’impegno per “portare Torino nel mondo e il mondo a Torino”. Dall’inizio degli anni Sessanta funzionario delle Nazioni Unite e dirigente del Centro internazionale di formazione tecnica e professiona-le per i paesi in via di sviluppo, noto alle origini semplicemente come “il Bit”, che s’insediò dopo Italia ’61 tra Palazzo Nervi e le rive del Po.  Ora, a 84 anni, Gribaudo ha ripercorso la sua vita: le radici famigliari, la formazione culturale, l’attività professionale, i viaggi, gli interessi e gli affetti privati. Un libro in cui la memoria personale s’intreccia alla storia pubblica: la Torino industriale e la Fiat dell’Avvocato, i rapporti tra l’Italia e le Nazioni Unite, il sogno lungimirante di formare lavoratori, tecnici, amministratori, una classe dirigente per quello che allora si chiamava il  Terzo Mondo, ben prima che arrivasse la globalizzazione.

 

Gianfranco Gribaudo , nato a Torino nel 1934, vive a Pino Torinese. Laureato in Scienze politi-che, poliglotta, è stato funzionario dell’Onu, lavorando tra Roma, Torino e Ginevra. Ha partecipato all’organizzazione del Padiglione Onu per Italia ’61 e alla nascita del Centro internazionale di formazione tecnica (Bit/Ilo) a Torino, di cui è diventato direttore aggiunto. È autore del Dissionari piemontèis  (1972, dal 1996 nel catalogo delle edizioni Daniela Piazza, Ël neuv Gribàud). 


I prefatori
Sergio Maria Gilardino (Asigliano, 1945), laurea in Lingue e letterature germaniche alla “Bocconi” di Milano e dottorato in Lingue e letterature romanze ad Harvard, dal 1976 ha insegnato Lingue e letterature comparate all’Università Mc Gill, a Montréal. Studioso di lingua e letteratura piemontese, è autore del primo dizionario della lingua e cultura Walser (2009). Prepara un grande dizionario provenzale alpino.


Gian Giacomo Migone (Stoccolma 1940) ha insegnato Storia dell’America del Nord all’Università di Torino, ha presieduto la Commissione Esteri del Senato, l’Advisory Board dello Staff College dell’Onu e la Commissione Affari Civili della Commissione Parlamentare della Nato, è stato cofondatore e primo direttore della rivista L’indice dei libri del mese.


Il curatore

Luciano Genta (Chieri, 1951) ha lavorato per oltre trent'anni come giornalista a La Stampa, nella redazione del supplemento settimanale Tuttolibri.

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I MESSAGGI DEL MONCALVO
Come guardare, interpretare, capire l'arte di Guglielmo Caccia nel Chierese del '600

pagg 236 con illustrazioni a colori

Euro 18,00

Sembra facile guardare un quadro. Ma guardare non basta per vedere e soprattutto per capire tutto ciò che l’artista vuole farci vedere. Per questo spesso è necessaria una guida. Guido Vanetti è il nostro Virgilio nell’opera del Moncalvo e della sua “scuola”, con specifica attenzione ai dipinti e agli affreschi di Chieri e dintorni: li esamina ad uno ad uno, offrendo una originale chiave di lettura e interpretazione. 
Perché il Moncalvo, pittore del Seicento tra Rinascimento e Barocco, usa la bellezza dell’arte per inviarci precisi “messaggi”: spiega ai fedeli illetterati la dottrina della Chiesa, è un catechista del Concilio di Trento. Ogni sua opera è una mappa di linee e sguardi, di personaggi e di simboli, una “geometria della teologia” fra Madonne, angeli e santi. 
Con una scrittura limpida e affabile, con acume e precisione, Vanetti ci offre un libro di grande utilità per chi, senza essere un “addetto ai lavori”, voglia comprendere come e perché dipingeva il Moncalvo: impareremo  a interrogarci ogni volta per decifrare i significati del quadro e non ci limiteremo più a dire “è bello, è brutto”, “mi piace, non mi piace”.

 

Guido Vanetti . Nato a Torino nel 1940, laureato in Lettere, corso di laurea in Indologia, presso l’Università di Torino, ha dedicato la propria attività lavorativa all’insegnamento. Trasferitosi nel Chierese nel 1973, ha, da quella data, iniziato un’intensa attività di ricerca, studio e divulgazione del territorio nei suoi aspetti storici, artistici e naturalistici, riconosciuta con la nomina ad Ispettore onorario del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali  e di Socio corrispondente dell’Accademia d’Agricoltura di Torino. Tra le sue numerose pubblicazioni vanno segnalate: "Dalla A21 alla Via Fulvia" (1985), "La Chiesa di S. Giorgio di Chieri" (1991), "Chieri. Dieci itinerari tra Romanico e Libety" (1994), Casa Zuccala in Marentino" (2005),Appunti di Storia del Piemonte" (2013-2015). 

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SULLE ORME DEL LEONE
IN THE FOOTSTEPS OF THE LION
Collezione di ex libris

pagg 285 con illustrazioni a colori - testo in italiano e inglese

Euro 28,00

Gli Ex Libris appartengono alla storia della civiltà, all’evoluzione della società, al fascino in-discusso di una immagine essenziale, simbolica, immersa nello spazio della memoria.Un’immagine che Nicola Carlone ha cercato, raccolto e trasmesso attraverso le pagine di questo volume che è documento e testimonianza di una collezione interamente dedicata al «Leone». Un segno che è codice, alfabeto, simbolo cui Nicola Carlone affida la «costruzione» di un iti-nerario quanto mai ricco di impressioni, scansio-ni, scorci d’ambiente, che si snodano lungo un percorso comprendente circa duecento autori in-ternazionali: dal bulino di Ven Zoltan alle pagine incise (acquaforte) da Giacomo Soffiantino, Da-niele Gay alle maniere nere di Alberto Rocco e Ivo Mosere e agli Ex Libris di Vincenzo Gatti.

Nicola Carlone. Docente universitario in pensione è da sempre appassionato collezionista di queste grafiche d'arte di piccolo formato incollate sui libri per attestarne la proprietà, è tra i più importanti collezionisti europei. Dopo anni di ricerche ha raccolto e selezionato una cospicua selezione di opere riguardanti la figura del leone.

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LA RAGAZZA DEL PROFESSORE
Storia di Caterina Bauchiero, vedova di Augusto Monti

pagg 190 con immagini in bianco e nero e colori

Euro 18,00

L’importanza e l’originalità di questo libro discendono dall’eccezionalità dell’esperienza umana della protagonista: nata a Chieri nel 1924 in una famiglia modesta di operai, operaia  essa stessa in tessitura, priva di istruzione regolare, Caterina Bauchiero incontra nel 1944 un misterioso signore che aveva trovato rifugio, nell’ alloggio sopra il suo, per sfuggire alle minacce di morte dei fascisti:  è  Augusto Monti, pedagogista, scrittore, l’icona del Liceo D’Azeglio, maestro di un’educazione al pensiero libero per una generazione di giovani destinati ad un grande avvenire (da Pavese a Einaudi, da Antonicelli a Mila).

Caterina ha una grande curiosità intellettuale, ha voglia di leggere e di sapere:  iniziati per caso, i colloqui con l’anziano professore (che ha  43 anni più di lei) diventano una consuetudine: da una parte c’è il fascino intellettuale, la forza della parola e della cultura; dall’altro la freschezza dell’età, la bellezza, la seduzione di formare una giovane mente. Il risultato non è soltanto il matrimonio (celebrato tra le perplessità di familiari e conoscenti), ma un rapporto felice, fatto di stima, di affetto, di complicità, fino alla morte di Monti nel 1966. E dopo, la necessità di ricostruire la propria vita: impiegata prima alla Rai, poi alla casa editrice Einaudi, il ritorno a Chieri, la vecchiaia negli stessi luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, dove adesso il liceo cittadino è intitolato al nome del marito.

Intrecciando i racconti e le confidenze di Caterina con le citazioni tratte da numerose lettere inedite, la narrazione di Valeria Martano si sviluppa fluida e facile: una rilettura del passato onesta e disincantata, senza retorica e senza malinconie; i grandi intellettuali proposti come “persone”, con le loro debolezze e le loro virtù.  Un  bel libro, costruito con intelligenza e ben scritto, dunque di facile (e piacevole) lettura.

Dalla prefazione di Gianni Oliva

Valeria Martano. nata a Chieri nel 1954, dopo la maturità al liceo Balbo e la laurea in filologia classica all’Università di Torino, ha insegnato italiano e latino: dal 1984 al 2017 al liceo chierese intitolato ad Augusto Monti. Presiede “V.I.T.A.”, associazione di volontariato che accoglie donne ammalate di tumore. Questo è il suo primo libro.

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CARNE E BUOI DEI PAESI TUOI
Dalla stalla alla tavola, nella storia del Macello di Chieri
Le memorie di Luigi Benente
con testimonianze di Marco, Guido e Fabrizio Rattalino, Meo Ronco, Bruno Borgia, Franca Aiassa;
scritti di Alberto Gariglio e Manuela Olia;
ricette di Marco Benente;
stranòt di Beppe Barberis e Bebi Martano.
Introduzione di Bruno Gambarotta
a cura di Luciano Genta

pagg 172 con immagini in bianco e nero 

Euro 18,00

“Sono convinto che per praticare bene l’arte della macelleria si debba avere la vocazione, come per fare il sacerdote, non si spiega altrimenti la differenza fra un emporio e l’altro che pure lavorano la stessa carne. (…)
Penso che godere dell’amicizia di un macellaio sia una delle maggiori fortune che possano capitare nella vita. Per questo immagino che i chieresi, e non solo, leggeranno con gusto questa storia dei loro macellai”.

dall’introduzione di Bruno Gambarotta

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Le memorie di Luigi Benente, macellaio all’Annunziata, sono una storia piccola ma significativa, che apre squarci su un’epoca, una comunità, un’impresa: l’Italia, dai sacrifici del dopoguerra al benessere del boom economico; Chieri da paese agricolo e tessile a centro di residenza piccolo e medio borghese; la realizzazione di un’opera, il nuovo macello pubblico, raro esempio di fruttuosa collaborazione tra pubblico e privato, tra il Comune e la Cooperativa macellai, di cui per trent’anni Benente è stato tenace guida. Completano il libro le testimonianze: il lavoro degli allevatori, le cure del veterinario, il ruolo delle donne, la storia e la funzione del macello, la “nuova vita” dell’ex mattatoio trasformato in “Cittadella del volontariato”; le ricette del maslé e gli stranòt in piemontese.
Ha detto lo storico Carlo Ginzburg: “Per me microstoria significa studiare dei casi, che per definizione rinviano anche ad altro”. È ciò che ci siamo proposti con questa piccola storia dei maslé chieresi.

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PROFUMO DI PETUNIE e altri racconti

di Rita Clemente

pagg 174 

Euro 15,00

Il filo di una vita dall’infanzia alla vecchiaia della protagonista; una voce narrante che mantiene una identità coerente e ferma, sia quando parla di sé, sia quando osserva le vite degli altri; una spiccata vocazione etica: così Rita Clemente fa rivivere il suo universo affettivo in questa raccolta di racconti.
Un amore nato nell’infanzia e durato nel tempo, in un conflitto a lungo irrisolto tra l’abbandono ai sentimenti e il timore di una minaccia nascosta (Il mio grande, impossibile amore); una bambina che non si sente “carina” e scrive poesie belle ma tristi, incontra una donna che le lascia intravvedere un futuro diverso (La vasca dei cigni). E poi un crocifisso che osserva e giudica le esitazioni e i distinguo della solidarietà cristiana (Se lui non c’è, me ne vado anch’io); un badante di cultura rom che si prende cura a suo modo di un insegnante ultraottantenne (Il professore e lo zingaro); la tormentata carriera di un altro insegnante, fino al congedo per raggiunti limiti di analfabetismo tecnologico (L’odissea di un povero insegnante); un rapinatore redento dall’anziana signora che voleva derubare (Il caffè di zia Margherita).
Infine il racconto a due voci che dà il titolo al libro: la vita condivisa da una casa con giardino e dalla sua proprietaria, la storia di un legame profondo. Venduta a malincuore, la casa, con sguardo affettuoso, rievoca il passato e rispecchia il presente dell’anziana insegnante che per tanti anni l’ha abitata. E quando delle sue mura non rimane più nulla, lascia di sé un intenso profumo di petunie, un segno di gratitudine e di amore ricambiato.
Tutti i racconti hanno origine nella vita vissuta, con un andirivieni tra passato e presente, realtà e sogno, nostalgia e speranza, seguendo il filo di una attesa, di una sorpresa, con una scrittura accattivante ed empatica che coinvolge sentimentalmente il lettore.

Rita Clemente è nata a Lecce, dove si è laureata in Lettere classiche. Ha insegnato nella scuola pubblica per oltre 35 anni, prima nella media inferiore, in piccoli centri della provincia di Brindisi, poi in un Istituto professionale di Perugia, infine in due scuole superiori di Torino.
Attualmente in pensione, risiede a Chieri con il marito e tre gatti. Come volontaria, svolge attività di sostegno scolastico su alunni in difficoltà o non italofoni in una scuola media. Occasionalmente tiene corsi di formazione per insegnanti: sull’uso espressivo della voce in classe e sulla facilitazione dei testi per ragazzi con una limitata conoscenza dell’italiano o con disturbi specifici dell’apprendimento.
Scrive poesie, racconti e testi teatrali dall’età di dodici anni.

Con Gaidano&Matta ha pubblicato due raccolte di versi, Evangelium Foeminae (2016) e Un dolore infinito (2017), e un «memoriale» della sua esperienza di insegnante, Traversata del deserto (2018).

ghetto
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OLTRE I CANCELLI - La comunità ebraica e il ghetto di Chieri dal ’400 al ’900: storia, arte e protagonisti

a cura di Corrado Terranova con Mariacristina Colli

Introduzioni di Dario Disegni e Alberto Cavaglion

Contributi di Claudio Bertolotto, Giovanni Donato, Filippo Ghirardi, Marisa Gilardi, Simonetta Sabaino, Vincenzo Tedesco, Guido Vanetti 

pagg 410 con immagini a colori e in bianco nero

Euro 28,00

Oltre i cancelli che chiudevano nel ‘700 i cortili del ghetto di Chieri, c’era una comunità operosa: banchieri, medici, stampatori di libri che tramandavano il pa-trimonio culturale e religioso dell’ebraismo, rabbini che ne custodivano l’osser-vanza; poi orefici,innovatori della tradizione tessile locale, avvocati e ufficia dell’esercito. Scorrono in queste pagine i protagonisti di quella comunità, dal ‘400 al ‘900, dal ducato al regno dei Savoja, da Napoleone al Risorgimento, al Fascismo delle leggi razziali: i Segre e i Todros, i Nizza e i Lattes, i Pontremoli e i Foa, i Sa-cerdote e i Levi. Si intrecciano documenti d’archivio, memorie autobiografiche fonti giornalistiche. Chieri – scrive nella sua introduzione Alberto Cavaglion – è stata un “crocevia” dell’ebraismo piemontese e non solo: legami di lavoro, studio, affetti; progetti e sogni; passaggi e fugheOltre quei cancelli, per chi li guardava dai cortili e non dalla strada, c’era un’al-tra comunità, quella dei non ebrei, con cui i rapporti furono a volte difficil sia con le istituzioni politiche e religiose che tra vicini di casa, tra negozianti e clien-ti, creditori e debitori. Ma le testimonianze ci mostrano anche esempi di solidale convivenza, condivisione di interessi culturali, reciproco scambio di aiuti. C’era anche, oltre i cancelli, un altro patrimonio, di arte tardomedievale, barocca e neogotica, conservato negli edificiquattrocenteschi residenza delle famiglie Solaro e Villa: patrimonio ancora visibile a Chieri in via della Pace, grazie a re-centi restauri, e in parte nel “Tempio piccolo” della Comunità ebraica di Torino, dove gli arredi della abbandonata sinagoga chierese, “autentici gioielli”, sono “rinati” in una “originale collocazione”, come ci ricorda Dario Disegni, Presi-dente della Comunità Ebraica torinese.Il libro testimonia dunque storia, cultura e vicende umane della comunità ebraica, “minoranza virtuosa” della comunità cittadina: è la nostra risposta all’appello di Aldo Levi, il suo ultimo rappresentante, per «salvare quello che è rimasto».

Corrado Terranova Laureato in Storia medievale, insegna Lettere all’Istituto Vittone di Chieri. Con le monografi Chieri romana (1982) e Chieri medievale (1984) ha collaborato al pro-getto Per conoscere la città dell’Assessorato Istruzione del Co-mune di Chieri. Suoi contributi su temi di storia medievale sono compresi nei volumi Andezeno mille anni di storia, I, Territo-rio, popolamento e potere nei secoli medievali (1995) e Per un millennio. Da Trebledo a Casalborgone (2000). Ha pubblicato di recente Chieri medievale. Dall’età longobarda al comune (Gai-dano&Matta, 2016).

Mariacristina Colli Dopo gli studi universitari in archeologia e storia dell’arte ha intrapreso l’attività di imprenditrice culturale fondando Artefacta Beni Culturali, volta allo studio, valorizza-zione e promozione dei beni culturali e ambientali del Piemonte. Collaboratrice da oltre vent’anni della Comunità Ebraica di To-rino, per la quale gestisce le attività di visita ai luoghi ebraici, ha svolto varie ricerche che sono confluitein esposizioni e pubbli-cazioni divulgative aventi per tema i beni storico-artistici ebraici piemontesi.

carceri le nuove
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Giovanni Varetto, nasce nel 1945 a Moncalieri. Consegue la laurea in ingegneria elettrotecnica presso il Politecnico di Torino e inizia l’attività professionale nell’ambito siderurgico presso le Ferriere Fiat. Conclusa l’esperienza nell’acciaio in qualità di direttore dello stabilimento ILVA di Torino, dal 1996 svolge attività di amministrazione e gestione di aziende di trasporto. Dal 2014 si dedica esclusivamente ai suoi hobby: la musica, ascoltata ed eseguita, e la fotografia.Nel 1964, alla maturità, riceve in dono dal papà una fotocamera Rolleiflex 6x6, che accompagna tutt’ora la sua passione fotografica. Alterna progetti in analogico e in digitale, sviluppa i negativi e stampa in proprio in camera oscura gli scatti su pellicola.Vive a Montaldo Torinese, dedicandosi anche ad attività culturali e di volontariato.

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Calogero Modica nasce nel 1945 a Napoli, dove conclude i suoi studi. Torinese d’adozione, è funzionario di Trenitalia in pensione. Le radici saldamente ancorate alla cultura classica alimentano la passione per la storia, l’arte, la scrittura, la musica classica e jazz. È coniugato con una docente di lettere, pittrice per hobby, con cui condivide interessi e passioni. Tra vari impegni, collabora attivamente con l’“Associazione Nessun Uomo è un’isola - ONLUS”, per dare nuova vita al dismesso Carcere “Le Nuove” di Torino. Da molti anni infatti, una parte di proprietà demaniale è stata tra-sformata in Museo, con tre percorsi di visita, mentre un’ampia area della struttura è stata rifunzionalizzata come uffici giudiziari Attualmente ricopre la carica di vice-presidente dell’Associazione ed è impegnato come guida-testimone del percorso storico museale. 

UN VIAGGIO DENTRO Il carcere “Le Nuove” di Torino: luoghi e storie per non dimenticare

 

Fotografie di Giovanni Varetto - Testi di Calogero Modica

Introduzione di Marcello Maddalena

Premessa di Felice Tagliente

pagg 186 con immagini in bianco nero

Euro 20,00

Sapete cosa succede quando una Rolleiflex anni ‘60, qualche rullino di pellicola, una penna, dei fogli di carta di recupero e due vecchi amici si incontrano all’ex carcere “Le Nuove”. Inizia un “Viaggio dentro”, dentro lo spazio, il tempo, la propria coscienza di uomini liberi. Dentro i luoghi solo in apparenza vuoti e freddi. Sapendo ascoltare, si può sentire l’umanità di chi ha sacrificato se stesso per un grande sogno: un mondo libero. Immagini e parole invitano a riflettere, a cercare le origini della nostra società contemporanea con discrezione, sensibilità e rispetto degli eventi.

 

Dall'introduzione di Marcello Maddalena:

È davvero singolare e affascinante il “viaggio” in cui gli autori di questo libro, Giovanni Varetto e Calogero Modica, intendono accompagnare il lettore attraverso il Museo del Carcere “Le Nuove” di Torino. Perché è un accompagnamento fatto non tanto di illustrazioni e spiegazioni, a parole, di luoghi e di storie personali, ma di vedute (fotografiche)e di pensieri suscitati, come spiega Giovanni Varetto nell'illustrare “il progetto” del libro, da “sensazioni forti” provate visitando quei luoghi, quei muri, quelle torrette, quei camminamenti, quelle celle, quei cunicoli, in cui sono passate tante persone ma in cui in particolare sono stati ristretti, dall’8 settembre del 1943 fino alla liberazione, tanti uomini di diversa cultura, di diversa estrazione sociale, di diversa identità politica, di diversa fede religiosa, credenti e non credenti ma accomunati da una stessa ansia di libertà, da uno stesso amore per una vita degna di essere vissuta e da uno stesso rispetto per la dignità della persona umana. E che per questo hanno lottato e combattuto fino ad affrontare l’arresto, la condanna, la morte per fucilazione o impiccagione (11 impiccati, 271 fucilati in quel periodo)... Resta, al termine di un viaggio che suscita brividi di sgomento e commozione, l’insegnamento dei morti, che, come scriveva in un suo romanzo sulla resistenza Elio Vittorini, sono coloro da cui si può imparare. Che cosa? “Quello per cui sono morti, perché ognuno di noi fosse libero”.  

china bosso
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CHINA IN MY EYES

Fotografie di Filippo Bosso 

Introduzioni di Marco Guglielminotti Trivel e Chen Li

pagg 320 con immagini in bianco nero

Euro 30,00

Filippo Bosso, manager a Shanghai dal 2010 al 2015, ha sviluppato, con la Cina e i cinesi, una combinazione di curiosità, ammirazione e rispetto, e li ha raccontati con la fotografa, rinata passione giovanile.“L’obbiettivo di Bosso – osserva Marco Guglielminotti Trivel, direttore del Museo d’Arte Orientale di Torino – sembra trovarsi a proprio agio nell’inquadrare ogni tipo di ambiente: ...Vi si sofferma con uno sguardo naturale, non pretenzioso, e ciò che ne scaturisce è uno scatto genuino, non artefatto, che punta all’essenza del soggetto ritratto” .“Lo sguardo di Bosso non è uno sguardo che giudica... – concorda l’artista cinese Chen Lil’autore si è fatto piccolo tra i piccoli, perché voleva accogliere, studiare, apprezzare e condividere la cultura millenaria cinese". Il viaggio di Bosso inizia a Shanghai, il laboratorio del nuovo, la Cina che vede l’Occidente come modello e ne adotta gli stili di vita, poi il suo sguardo si inoltra nella Cina più tradizionale ed esotica: dai villaggi sull’acqua alla Montagna Gialla, dal quartiere musulmano di Xi’an al Xinjiang dove vive la minoranza uigura, fino al Qinghai, dove la presenza umana è rara e domina la natura spettacolare.

Filippo Bosso è nato ad Ayas nel 1952 e vive in Piemonte. Appassionato di fotografiafinda ragazzo, ha affinto la sua tecnica di ripresa e i suoi metodi in camera oscura lavorando da studente in uno studio fotografic. La sua attività professionale si è poi sviluppata in altri ambiti e lo ha portato findagli inizi a visitare e conoscere diversi paesi, soprattutto in Europa e in Nord America. Dal 2000 ha iniziato a frequentare per lavoro la Cina, dove si poi è trasferito ed è vissuto dal 2010 al 2015, per avviare e seguire lo sviluppo di una nuova iniziativa imprenditoriale. Stimolato dal contatto con questa cultura così diversa, Bosso ha ripreso la macchina fotograficaper raccontare alcuni tra gli aspetti della Cina che più hanno colpito la sua immaginazione. Le fotografiedi questo libro sono tratte dal ricco archivio accumulato durante la sua residenza a Shanghai.

Pubblicazioni: Shanghai 88, 2012; Fidia, un ritratto, 2018.

il 68
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QUI SUCCEDE UN '68 - prima durante e dopo: idee, persone e cronache chieresi

a cura di Luciano Genta e Valerio Maggio 

Prefazione di Giovanni DeLuna 

pagg 276 con immagini in bianco nero

Euro 18,00

Né reduci, né nostalgici, semplicemente testimoni e cronisti. Così i due autori ripercorrono fatti, protagonisti, ideali del 1968, sfogliando il settimanale Cronache chieresi, che rappresentò nella città una voce alternativa all’opinione dominante, anticipò e stimolò la svolta di quell’anno fatidico.Il libro riordina e racconta quel percorso - prima, durante e dopo il ’68 - suddiviso per aree tematiche: la Chiesa, la scuola, la famiglia, il costume, il tempo libero e la cultura, il lavoro e le fabbriche, la politica. Emergono quei semi, gettati fin dai primi anni ’60, germogliati nell’esperienza chierese negli anni ’70; si mettono in luce vittorie e sconfitte, progetti e illusioni, rivendicazioni ed errori di quella generazione - o meglio, di una sua minoranza - che voleva cambiare il mondo.

Non è una storia solo locale, come spiega Giovanni De Luna nella sua prefazione: attraverso queste “cronache chieresi” emergono i valori che ebbero il maggior impatto nel ’68, “quelli dai quali partire per inserire compiutamente quel movimento in una delle più vistose trasformazioni attraversate dal nostro paese.

Il libro è perciò un esercizio di memoria non solo per chi c’era, ma soprattutto per chi non c’era, i giovani che vogliano oggi rinnovare, a modo loro, quei valori.

Luciano Genta (Chieri, 1951), (dopo alcuni anni di insegnamento in un centro di formazione professionale e nei corsi per lavoratori studenti), ha lavorato dal 1978 al 2011 come giornalista a La Stampa, nella redazione del supplemento culturale Tuttolibri. (Tra il 1975 e il 1985 come consigliere comunale di Chieri ha coordinato la commissione cultura e promosso il rinnovamento della Biblioteca). Ha collaborato come consulente culturale con l’architetto Franchini per il progetto della nuova sede della Biblioteca alla Tabasso nell’ambito di un futuro polo culturale.

Valerio Maggio (Chieri,1948) ha lavorato nella Sanità piemontese. Giornalista pubblicista nel decennio 1970 – 80, appassionato di storia, sport e tradizioni chieresi, cofondatore e redattore del settimanale Cronache Chieresi (1965 – 82), membro dell’ufficio stampa del Festival Internazionale I Giovani per i Giovani (Chieri 1972 – 75). Ha partecipato alle iniziative del Centro Culturale di Chieri per la messa in scena di spettacoli teatrali con lo Stabile di Torino (1976 – 80). Scrive per la rivista Centotorri. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Un raggio alla volta cento anni di ciclismo chierese (2004), Rombo di Tuono ottant’anni di motociclismo chierese (2006), Bòite e Botteghe commercianti e artigiani nella Chieri del Novecento (2010), Pittori chieresi negli anni ’50 (2011), La Grande Corsa, il rally chierese TEAM ‘971 (2011), Gent ëd Chér Cento ritratti di personaggi del nostro '900 (2015), Stranòt, narrazione e tradizione popolare del "sàut ën sël chèr" a Chieri dal secondo dopoguerra ad oggi (2013).

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VEZZOLANO E LA RETE ROMANICA  - di Dario Rei

pagg 104 con immagini in bianco nero

Euro 7,00

Queste dispense di formazione si collegano alla pratica di volontariato culturale, svolta presso la Canonica Regolare di Santa Maria di Vezzolano, ed estesa alla Rete Romanica di Collina compresa fra Po e Monferrato, tra Chierese ed Astigiano.Il loro intento è di offrire a volontari, residenti, amministratori e visitatori elementi di conoscenza e di attenzione su un’area del Piemonte che merita di essere scoperta e valorizzata. Contribuendo così ad una maggior consapevolezza sul senso del turismo culturale nel patrimonio romanico, locale ed europeo - il linguaggio architettonico e simbolico che ha accomunato la cultura e la società  fra i secoli XI e XIV.Gli argomenti sviluppati nel testo sono:

Santa Maria di Vezzolano - una lunga storia

Gli ultimi due secoli  

Maria icona del Romanico

“Peregrinationes” medievali e strade culturali d’oggi

Volontari e visitatori: quale servizio

Un percorso erratico

Dario Rei, nato a Torino, laureato in storia moderna, è stato professore di sociologia e politica sociale presso l’Università Subalpina. Autore di studi e ricerche su temi di politica sociale, terzo settore, partecipazione civica, sistemi di welfare, integrazione socio-sanitaria. È stato presidente della Associazione Frutteto di Vezzolano per la salva-guardia del paesaggio rurale, è attualmente volontario dell’associazione InCollina - Turismo nel cuore del Piemonte. Vive da oltre vent’anni ad Albugnano, sopra Castelnuovo don Bosco. Coltiva interessi per le questioni del paesaggio-territorio e lo sviluppo locale e culturale nelle aree minori. Tra le sue pubblicazioni: Cultus loci cura animi. Racconto di un paesaggio rurale, 2013 - Monferrato di confine, 2016 - Stranieri di casa, persone e storie fra Torino e Monferrato, 2018.

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IL CONFINE ITALO FRANCESE - di Maurizio Aragno

pagg 220 con immagini in bianco nero

Euro 18,00

Perché i francesi dicono che il Monte Bianco è una proprietà esclusiva della “Grand Nation”? 
De Gaulle credeva possibile prendersi la Val d’Aosta ed un pezzo di Piemonte? E cosa ci facevano i Delfini nelle valli della Dora e del Chisone? 
Perché ci hanno preso le trote di Collalunga e i gamberi di Sanremo? Ecco alcuni dei “secrets d’histoire” narrati e commentati  in questo libro. 
E ancora: comuni smembrati e confini che attraversavano case e famiglie (come in un vecchio film di Totò e Fernandel) sono argomenti sui quali si può anche, amaramente, sorridere? 
Fra cacce reali e agenti segreti,  gli  aspetti bizzarri della storia di un confine, che inizia sulla vetta del Monte Bianco per finire nelle profondità marine della Costa Azzurra, sono innumerevoli. L’autore li evidenzia usando un taglio narrativo scorrevole e sottilmente ironico, senza per questo trascurare il rigore storico. 
Alla fine cerchiamo di sorridere  perché, come diceva Jean Cocteau, noi italiani siamo “des français de bonne humeur”. 
In appendice si riportano, a beneficio dei lettori più esigenti,  documenti relativi a trattati, accordi bilaterali e decreti. 

Maurizio Aragno, nato a Torino nel 1952, laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Oculistica all’Università di Torino. Ha conseguito un diploma universitario presso l’Université de Nice-Antipolis ed è iscritto alla Société Française d’Ophtalmologie. Ha una figlia, di professione medico oculista, che vive e lavora a Parigi. Risiede a Pecetto Torinese e saltuariamente in Savoia.
Appassionato di storia sabaudo-subalpina ha pubblicato: 1947 - Brigue et Tende passent à la France a puntate su l’Echo de Savoie (2001); Roberto Malines di Bruino, un illuminista alla corte dei Savoia, in Effemeridi Mauriziane (2002); Principi, monaci e cavalieri, Ananke (2006); Nizza e Savoia - Come e perché divennero francesi (e lo rimasero), Ananke (2011).

catalogo cambiano
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LORENZO VERGNANO e ONORIO MOSSO

Da Cambiano alla Francia e all'Argentina

Artisti Emigrati ai tempi di Giacomo Grosso

a cura di Liliana Pittarello

pag. 216

Euro 25,00

La ricerca delle radici della propria comunità, l’ambizione di conoscere meglio o di scoprire concittadini  che furono illustri, la fiducia di poter valorizzare il territorio richiamando visitatori e attività legate alla storia e alla cultura hanno animato il Comune di Cambiano nel suo pluriennale  progetto di studio e promozione degli artisti che vi nacquero o operarono fra Otto e Novecento. Tre ragazzi del paese allora frequentarono quasi negli stessi anni  l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.  Solo uno divenne famoso: Giacomo Grosso. Gli altri due ebbero diversa fortuna: su di loro abbiamo voluto indagare, nonostante le difficoltà di programmare, studiare e costruire iniziative in questo anno complicato dalla pandemia. L’intento è stato farne apprezzare la bellezza delle opere e l’interesse delle figure, cercando di dare così un futuro alla loro memoria. Vissero in anni nei quali la musa parigina attraeva gli artisti e il Sud America richiamava lavoratori alla ricerca di affermazione o anche solo di una vita migliore. Le loro storie testimoniano quanto – si veda Vergnano – la scelta dell’emigrazione potesse risultare illusione ingrata e quanto saldi – si veda Mosso –  si potessero mantenere  i rapporti d’affetto e d’amicizia fra paesi e continenti lontani. 
Dopo un secolo, siamo noi ora a voler riprendere questi rapporti per tessere con le istituzioni culturali e gli studiosi francesi e argentini, in nome dei due artisti e grazie a loro, un futuro di amicizia e di studi integrati.

Liliana Pittarello

Liliana Pittarello, Architetto, nata e laureata a Torino, dirigente del Ministero per i Beni Culturali e Paesaggistici, ha diretto il  Museo Na-zionale di Castel Sant’Angelo a Roma,  la soprintendenza ai beni architettonici della Liguria, la direzione regionale ai beni culturali della Liguria e poi quella del Piemonte. Progettista e DL di vari interventi di restauro, docente all’Università di Genova, da che è in quiescenza è membro del consiglio direttivo del TCI e del cda del Museo Mangini Bonomi di Milano. Curatrice e autrice di molti volumi e scritti,  è oggi soprattutto impegnata in rapporti di studio con l’Argentina. Commendatore della Repubblica.

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SORELLE SENZA MADRE 

L'orfanotrofio femminile di Chieri:

Storie e vita quotidiana tra '600 e '900

di Pina Pertusio

Prefazioni di Elena Loewenthal e Marcella Filippa

pag. 414 con immagini in bianco e nero

Euro 20,00

“Orfanità è una parola che contiene il mondo, perché siamo orfani anche di tutti i giorni trascorsi, che non abbiamo più né mai torneranno. Siamo orfani dei ricordi che sfumano a poco a poco e poi scompaiono dalla nostra mente e dai nostri cuori. Siamo orfani dei figli che crescono e cambiano. 
Ecco allora che la storia di questo luogo e delle vite che lo hanno abitato, attra-versato e perduto per seguire altri cammini diventa nostra. E le undici donne che sono le protagoniste di questa attenta e avvincente ricostruzione lungo più di cinquant’anni sono lo specchio di una condizione comune, che è in fondo l’essenza stessa della vita: un confronto quotidiano con quello che siamo e ab-biamo. Con quello che più non siamo, più non abbiamo”.

Elena Loewenthal

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“Le testimonianze raccolte, attentamente trascritte, preziose e talora struggenti, ci segnalano ragazze e poi donne che si raccontano secondo modelli di auto-presentazione differenti: le pie, le servizievoli, le ribelli, le cosiddette zingare, le vispe, o meglio le vispissime, le impertinenti, le cocciute, quelle che sono desiderose di imparare tutto.
Orfane senza madre, ma sorelle, simboliche e pur reali, oltre il tempo e nel tempo che a loro è stato dato da vivere. Un importante tassello nella storia di Chieri e delle istituzioni che hanno accompagnato la storia del nostro paese. Perché dar voce è oltre che un approccio di ricerca storica, anche una necessità, un offrire lo sguardo e la storia di chi non ha potuto trasmetterla e tramandarla alle generazioni successive”.

Marcella Filippa

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Pina Pertusio, (Riva di Chieri, 1949) è stata maestra elementare a Chieri nella scuola a tempo pieno di Borgo Venezia, che ha contribuito a fondare. Ha poi insegnato lingua italiana nei corsi per adulti stranieri. Si è laureata in Pedagogia con la tesi Sorelle senza madre, ora rielaborata in questo libro,  ricostruendo la lunga storia dell’Orfanotrofio femminile di Chieri e delle ultime orfane all’epoca viventi. Ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione dell’Orfanotrofio dal 1975 al 1987.

afferrare il tempo ferreri
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AFFERRARE IL TEMPO 

di Walter Ferreri

Il calendario nei secoli: origini storia prospettive

Prefazioni di Piero Bianucci e Dario Voltolini

Pagg. 183 con illustrazioni a colori

Euro 17,00

“Con questo libro Walter Ferreri ci accompagna in un viaggio che attra-versa di pari passo seimila anni di astronomia e seimila anni di storia perché il calendario è un meraviglioso anello di congiunzione tra il cie-lo – con la complessa “orologeria” dei moti apparenti della Luna e del Sole – e le vicende del potere terreno, dal regno di Babilonia all’impero di Roma, dall’autorità pontificia alle rivoluzioni moderne, sia politiche sia scientifiche”. 
Piero Bianucci


“Caro sant’Agostino, non credo che noi scopriremo mai cosa sia il tem-po – d’altra parte se non ci sei riuscito tu che sei pure un santo non vedo come sia ipotizzabile che ci riesca uno di noialtri poveretti – però guar-da quante cose abbiamo inventato per misurarlo. Qui trovi benissimo spiegate da Walter Ferreri le nostre attività di formichine alle prese con la misurazione del tempo, in una profusione di trovate e di correzioni e di osservazioni e di approssimazioni meravigliose.
Una lettura affascinante e molto rasserenante, perché trovo che lenisca l’angoscia che il concetto nudo e crudo di tempo provoca in noi, che non siamo ancora in grado di annullarla saltando direttamente dentro l’eternità”.

Dario Voltolini

Walter Ferreri, (Torino 1948), astronomo, ha svolto la sua attività professionale presso l’Osservatorio Astrofisico di Torino, a Pino Torinese, dove si è occupato di ricerca scientifica, di telescopi e di astrofotografia. Ha scritto numerosi libri di astronomia, centinaia di articoli e ha collaborato a opere enciclopediche, oltre a tenere corsi e conferenze di astronomia. Dal 1977 al 1991 è stato direttore responsabile della rivista “Orione”, della cui versione successiva (“Nuovo Orione”) è stato direttore scientifico fino al 2017. L’international Astronomical Union, soprattutto per la scoperta di numerosi asteroidi, ha battezzato “Ferreri” il pianetino 3308.

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BIANCONE - di Mara Tancredi

pagg 220 con immagini a colori e in bianco nero

Euro 12,00

È la storia vera di un cane randagio vissuto in una cittadina balneare, in cui vivono anche altri cani e gatti randagi, creature innocenti in balia degli essere umani. In essa sono riportate le avversità cui esso è andato incontro, in un mondo come il nostro, in cui non c'è spazio che per gli esseri umani; un cane che nonostante tutte le disavventure ha cercato di adattarsi alla sua realtà, sviluppando appieno le sue potenzialità nell'affrontarela cattività e poi l'emarginazione, con tutto ciò che essa comporta. Nonostante tutto egli infineavrebbe anche potuto essere felice s·el'uomo avesse voluto accoglierlo nel proprio mondo con generosità. 

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AMORI LONTANI

In memoria di persone care

pagg 98

Euro 10,00

Con i nostri genitori che non ci sono più abbiamo tutti un conto aperto che non potremo più saldare, fatto di parole che non abbiamo saputo dire o che non abbiamo saputo capire, di emozioni e pensieri rimasti inespressi. Con i propri genitori e con la madre di suo marito, gli “amori” a cui si riferisce il titolo, quel conto l’autrice l’ha chiuso via via che scriveva le poesie raccolte in questo libretto, dando appunto voce ai sentimenti. Ai suoi, che prendevano forma davanti al declino fisico e alla morte di persone care; a quelli che poteva cogliere in loro che del declino portavano il peso e alla morte andavano incontro. L’inevitabile separazione non ha però impedito che si ristabilisse una comunicazione con quegli “amori”, nei versi composti quando ormai erano “lontani”.

Rita Clemente è nata a Lecce, dove si è laureata in Lettere classiche. Ha insegnato in provincia di Brindisi, a Perugia e a Torino. Attualmente in pensione, risiede a Chieri con il marito e tre gatti. Come volontaria, svolge at-tività di sostegno scolastico su alunni in difficoltà o non italofoni. Dal 2012 è coordinatrice del Comitato Pace e Cooperazione Internazionale del Comune di Chieri. Scrive poesie, racconti e testi teatrali dall’età di dodici anni. Per Gaidano & Matta ha pubblicato altre raccolte di versi: Evangelium Foeminae (2016) e Un dolore infinito (2017).

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TURISTI A KM 0 

di Dario Rei

Arte, storia e paesaggio 

a due passi da casa nel nostro Monferrato

Prefazione di Annibale Crosignani

Pagg. 164 con illustrazioni a colori

Euro 15,00

Il saggio di Dario Rei raccoglie una piccola “summa” sul passato ed il presente di queste zone ed offre al lettore un ulteriore stimolo a frequentarle, e ad approfondire aspetti di cui sono proposti elementi compiuti di conoscenza e semplici spunti di attenzione. Soprattutto nel ripercorrere le vicende dell’Abbazia di Vezzolano (come popolarmente conosciuta), l’autore riesce a coniugare la ricchezza dell’informazione con un interesse avvincente per vicende e personaggi che destano emozione in chi, come me, ha avuto modo ricorrente di frequentare questo complesso canonicale, spesso più decantato che effettivamente conosciuto nella sua storia. 
Il “turismo di prossimità” è la cornice in cui il racconto si inscrive. È un turismo economico, salutare, estetico, attivo, che permet-te a chi lo compie di interagire con i luoghi ed i paesaggi visitati, e di incontrarsi con le persone, residenti o a loro volta visitatrici. È come un Living Theatre, in cui gli attori camminano con gli spettatori ed i ruoli si intrecciano. E  dopo (e a causa) della pan-demia del Covid, esso è altresì una grande opportunità per va-lorizzare-ridipingere-rimodellare questo dolce Monferrato, che può ben aspirare, con moderazione e costanza, a competere con le Langhe. 

​

Annibale Crosignani

Dario Rei, nato a Torino, laureato in storia  moderna, è stato professore di sociologia e politica sociale presso l’Università subalpina.
Vive da oltre vent’anni ad Albugnano, nella collina sopra Castelnuovo don Bosco. E’ stato presidente della Associazione Frutteto di Vezzolano e svolge attività di volontariato culturale con l’Associazione InCollina. Autore di studi e ricerche su temi di politica sociale terzo settore partecipazione civica, coltiva altresì interessi per le questioni del paesaggio-territorio e per lo sviluppo locale e culturale nelle aree minori.

viglietta
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MACH NA FIJA

di Luisa Viglietta

Prefazioni di Massimo Tallone e Anna Economu Gribaudo

Postfazione di Federico Enriques

Pagg. 366 con illustrazioni a colori

Euro 18,00

Durante la mia attività lavorativa ho scritto e pubblicato molte ricerche sulle riviste scientifiche. Questa ultima  fatica ha poco in comune con la produzione precedente. In questo caso, ho esplorato la mia memoria, ho estratto dai tanti ricordi i principali episodi e personaggi e li ho intrescciati per comporre la storia della mia vita.

Il libro parte dalle origini. Al principio, c'è mio nonno mastro carradore che, con tre figli ancora piccoli, perde la moglie e in più deve reinventarsi il lavoro. C'è mio padre, che inizia come commesso viaggiatore e poi mette in piedi una nuova azienda di famiglia. Si sposa e nasco io prima di tre fratelli. Infanzia e adolescenza a Fossano. Poi? il mio destino era aiutare papà in negozio. Invece continuo gli studi fino alla laurea in fisica. Non solo. Pochi anni dopo, ottengo il Master a Cornell (USA) e un grande scienziato mi chiede di far parte del suo gruppo. Io però preferisco tornare in Italia con mio marito. Il mio sogno era essere la moglie di uno scienziato famoso (e mio marito aveva tutte le carte in regola per quello) e avere con lui tanti bambini.  Le cose non vanno  così. Vivo una vita abbastanza "avventurosa" sul piano privato e su quello professionale. Ci sono successi e una lunga scia di difficoltà, ferite e delusioni.  Momenti di grande felicità (come l'adozione di mio figlio), di soddisfazione (la pubblicazione delle mie ricerche), di evasione (tango, sci, yoga, teatro...). Momenti dolorosi (perdite, separazioni, discriminazioni, gravi malattie).

I luoghi sono quelli dove ho vissuto, che ho visitato, che amo: dai paesi del cuneese a PalmSpring in California.  La narrazione, elaborata durante la pandemia, è punteggiata da rimandi alla situazione del momento. Compare il ritratto di molte persone (familiari, amici, insegnanti, colleghi, amanti, compagni, collaboratori). Tra cui anche  famosi scienziati.

Racconto la mia storia così come è stata: una storia “selvatica” che come unica regola segue quella della verità dei fatti, senza bugie e senza abbellimenti. Ho imparato precisione e accuratezza dalla letteratura scientifica, semplicità e chiarezza facendo l'insegnante. Mi aspetto che il lettore  si appassioni alle vicende proprio perché è una storia “vera” e  vorrei che trovasse nelle pieghe del mio vissuto dettagli e riflessioni utili per una vita migliore, sia esso un giovane con una vita da vivere o invece un vecchio con una vita vissuta da raccontare.

Luisa Viglietta è nata a Fossano e vive a Torino. Laureata in fisica presso l’Università di Torino nel 1962, ha conseguito il Master of Astronomy presso l’Università Cornell (USA) nel 1967.
Ha insegnato al Liceo Copernico (1968-84). Ricercatrice presso IRRSAE Piemonte (1984-98) e presso COREP (1998-2005), ha un centinaio di pubblicazioni tra libri e articoli su riviste scientifiche internazionali.
Volontaria presso l’Associazione Aporti Aperte di Torino (2011-16), presso l’Associazione ADHD Piemonte (dal 2011 ad oggi), ha partecipato a un gruppo di lettura dell’ultima edizione del Premio Calvino ed è diventata recentemente socia dello Zonta Club di Torino. 

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